E’ sempre in agguato la suggestione dell’artista contemporaneo che come una specie di antenna riceve l’ispirazione e ci restituisce l’immagine. Colpa di Picasso che improvvisava facilmente davanti alla telecamera un disegno di luce. Mi capita continuamente di ricascarci, così pensavo che anche Afro Basaldella – genio italiano dell’informale insieme a Alberto Burri – dipingesse di getto. A maggior ragione perché la sua pittura rappresenta forze in movimento: impatti, sinergie, trasformazioni, collassi, deviazioni. Forze materiali e movimenti cerebrali che chiamiamo sogni.A queste masse non oggettuali Afro dava un nome per ricollegarle al reale. Così nel ’58 dipinse un lirico Giardino della speranza.
Alla mostra modenese sull’informale erano esposti i bozzetti preparatori del Giardino. Evidentemente nessuna ispirazione era scesa dal cielo a innescare un raptus della mano. Afro segue un progetto scrupoloso per arrivare al dipinto finale, che risulta fluido come musica. La sua storia è una costruzione paziente per tentativi, come posare mattone su mattone.
(Purtroppo non ho trovato l'immagine giusta, e del dipinto di Afro pubblicato qui non riesco a risalire al titolo, ma, almeno, rende bene l'idea)
2 commenti:
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Nice colors. Keep up the good work. thnx!
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