26 maggio, 2006

Playlist 02

Nell'incredibile serie di uscite scandalosamente indecenti che abbiamo visto alternarsi negli ultimi tempi, c'è ancora la possibilità di selezionare qualche titolo al di sopra della media. Partiamo quindi dalla Music à La Coque, label ultraindipendente della provincia di Bari che ristampa un gran bel titolo dei gloriosi anni 80, "Trapping" dei Bass Tone Trap; free jazz che rimanda alla no wave con una effervescente spruzzata di ironia ed inventiva. Per quelli che ancora si sentono orfani del post rock anni novanta e ne vorrebbero rinverdire i fasti, ecco arrivare Bibio, versione altamente evocativa ed onirica dello stile Kranky Records. Un salto nel più etereo lo-fi di eccellente fattura. Torna anche DJ/Rupture, con un album a dir poco esaltante che supera di gran lunga i risultati ottenuti con la prova precedente. Hip-hop, dub, reggae e ritmi sincopati per il miglior disco da ballare dell'anno. A quanto pare gli italiani più capaci sono sempre costretti ad emigrare e gli Ovo abbandonano momentaneamente l'etichetta madre (Bar La Muerte, eccezionale label gestita proprio da Bruno Dorella, metà degli Ovo) per pubblicare queste urticanti otto tracce su Load Records. Assolutamente cerebrali, articolati e fuori controllo, i due artisti richiedono un coinvolgimento assoluto e senza compromessi in cambio di un completo trasporto psichico. Ultima segnalazione per le dolcissime Ian Fays, californiane pubblicate anche in Italia dalla beneamata Homesleep Records: vocine al saccarosio, melodie cristalline e dreampop per indie kidz.

Bass Tone Trap - Trapping (Music à La Coque)
Bibio - Hand Cranked (Mush)
DJ/Rupture - Low Income Tomorrowland (Tax Records)
Ovo - Miastenia (Load)
The Ian Fays - The Damon Lessons (Homesleep)


La stroncatura della settimana

Silent Poets - Sun (Nocturne)
Apriamo questa rubrica nella rubrica (e siamo solo alla seconda playlist!!!) con un titolo davvero di basso profilo. Ci son voluti addirittura SEI (6) anni perchè questo noiosissimo "Sun" venisse alle stampe, ma alla fine il bisogno di cattivo gusto ha trionfato. Staticamente chiuso nelle memorie di quindici anni fa, inutilmente pomposo e ridonadante, oscenamente pretenzioso e altisonante, questo album ci riproietta nella peggiore downtempo che si ricordi. Merito anche del completo anacronismo del musicista e produttore giapponese Shimoda. Ascoltatelo e, se non siete d'accordo, fabbricatevi una macchina del tempo e lasciate velocemente questa valle di lacrime, così non corriamo il rischio di incontrarci.

(Nella foto: The Ian Fays)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Nice colors. Keep up the good work. thnx!
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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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