09 ottobre, 2006

Farewell Arab Strap (part II)

Traccia per traccia (ed in anteprima) una guida (non) accurata alla raccolta di addio degli Arab Strap.

ARAB STRAP
Ten Years Of Tears Chemikal Underground / Audioglobe

1. Set The Scene Perfetto incipit in stile Arab Strap, con la voce di Moffat che segue la linea melodica della chitarra e la batteria di accompagnamento. Un breve antipasto (poco più di un minuto) che è già un compendio.
2. Islands Demo datato 1995 di questo brano poi inserito in Philophobia; questa versione, lo-fi e abbastanza incasinata, rimane un semplice documento di un work in progress quasi cacofonico.
3. First Big Weekend Primo, storico, singolo degli Arab Strap, pubblicato in 500 copie vinile 7” e ormai culto. Un hit eccezionale che sovrappone la batteria elettronica e la chitarra allo spoken word di Moffat prima di esplodere inaspettatamente nel ritornello. Un vero capolavoro.
4. Gilded Registrazione live di uno dei primissimi brani degli Arab Strap, qui presentato in una versione particolarmente accesa e velocizzata. Con tanto di pubblico che canta e urla.
5. I Saw You Eccezionale rarità con progressiva accelerazione ritmica e perfetta interpretazione vocale di Moffat; un brano di grande effetto che non avrebbe assolutamente sfigurato su un album ufficiale, ricco di ironia e situazioni paradossali in puro stile Arab Strap.
6. Clearing Versione più pulita di un brano inserito sul primo album; con Clearing viene messa in risalto la vena cantautoriale del duo, sorretta da una batteria rumorosa e da una chitarra leggiadra.
7. Packs Of Three Versione acustica ed ispiratissima (già pubblicata in edizione limitata) di un brano classico di Philophobia; si tratta di una struggente ballata di sesso e amore costruita appositamente per la voce di Moffat.
8. (Afternoon) Soaps Altro brano fondamentale di Philophobia, qui arricchito di un’arrangiamento più raffinato e orchestrale che ne esalta l’aspetto romantico e melodico. Adatto alla sezione lenti dei vostri party indie.
9. Rocket Take Your Turn Brano originariamente inserito nella serie limitata della Chemikal Underground, Rocket... viene traianato da una batteria elettronica incalzante e da un’aria quasi ossessiva e notturna.
10. To All A Good Night Pubblicato su singolo e disponibile per i soli concerti natalizi teneutisi a Londra nel 2000, la traccia è tutta giocata sull’interazione fra batteria elettronica, tastiera e voce; la coda del pezzo presenta anche la b-side con un’esilarante registrazione di una telefonata dalle temetiche natalizie.
11. Turbulence Remix dei Bis che sembra uscito da un album dei Depeche Mode ed assolutamente adatto per ballare ad una serata dark/new wave ad alto tasso alcolico.
12. The Shy Retirer Forse il singolo più furbo e orecchiabile della discografia del duo scozzese, The Shy Retirer si avvicina alle produzioni soliste di Moffat sotto pseudonimo Lucky Pierre.
13. Blood Versione dal vivo di questa malinconica ballata che scivola vellutata su delicati violini e su una caustica chitarra elettrica.
14. If There's No Hope For Us Altra versione alternativa, ‘stavolta rubata a Last Romance e felicemente stravolta grazie ad una serie di loop e rimaneggiamenti elettronici. Un lavoro per sovrapposizione che soffre forse di un sovradosaggio di input sonori.
15. Where We've Left Our Love L’aria dell’addio si comincia a sentire nel sapore amaro di questa traccia, dove le capacità musicali degli Arab Strap si sono fatte altissime ma sembra mancare la verve dei primi album in lo-fi.
16. The Girl I Loved Before I Fucked Romantico e carezzevole come piacerebbe a Nick Cave, questo brano si regge sulle gentili note del pianoforte e su un’improvvisa saturazione del suono (con tanto di chitarra infuriata).
17. Oxytocin Gli Arab Strap che abbiamo conosciuto nel 1996 li ritroviamo in questa versione scarna ed intensissima registrata con il solo ausilio della chitarra di Middletone e la voce di Moffat. Un colpo al cuore.
18. There Is No Ending Come nella migliore delle tradizioni, i fuochi d’artificio arrivano nel finale con una traccia esaltata e clamorosamente gioiosa. Trombe e voce squillante per un addio dal sapore agrodolce.

Il disco nasconde altre due tracce nel minutaggio dell’ultimo brano; non svelerò i titoli per non rovinare la sorpresa, ma posso solo confermare che l'aria slacker e il grado di ironia degli scozzesi rimangono pienamente confermati con la scelta di queste due ghost track.

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