La visione di 300 non è spiazzante, questo no, ma è davvero gustosa e coinvolgente. Sebbene l’impressione è che insista eccessivamente nelle atmosfere altisonanti e nelle immagini calligrafiche grazie ad un costante trattamento computerizzato, sebbene sembri fin troppo magniloquente ed esaltato, il film di Zack Snyder si dimostrata un’opera legittimamente coerente. Visivamente impressionante, 300 non lascia nulla alla fantasia, mostra teste mozzate, gambe volanti, muscoli trafitti, in un’orda di violenza che è GUERRA, allo stato puro. Prendere il mito di Sparta, un città che perfino etimologicamente è usata in accezione negativa, e portarlo sul grande schermo per affrontare temi come giustizia, libertà, anti-colonialismo e fedeltà, è una gran cosa. Soprattutto se il risultato è splendido ed imponente come in questo caso. Appare evidente che i riferimenti siano tutti nei confronti della politica estera di Bush, uomo che, come Serse, scambia il potere materiale per una dote divina e decide di utilizzarlo per aumentare la sua magnificenza. Quel grido di guerra che gli spartani emettono ad ogni inizio di battaglia – sempre più stanchi, deboli, decimati – è quello che devono lanciare le popolazioni in lotta in alcune Regioni del mondo. Ciò che anima 300, infatti, è il diritto a mantenere la PROPRIA integrità morale, le PROPRIE usanze e le PROPRIE tradizioni, anche se queste corrispondono ad una vita votata alla violenza. Una vita che non concede spazio alle dimostrazioni sentimentali, ma che le lascia crescere nell’intimo di ognuno. Organizzati per mezzo di una società che forgia dei guerrieri ma che non approva la guerra preventiva, gli spartani combattono per difendersi e per non cedere i propri beni, acqua, terra o petrolio che sia. E forse, quel discorso finale così enfatico di Dilio è rivolto a tutti noi, che dovremmo finalmente capire da che parte stare e comprendere qual è la distanza a cui devono cadere le bombe da casa per sentire nostra una guerra. O almeno per smetterla di spedire truppe in Paesi sovrani in nome della Pace, della Libertà e dei Diritti Civili, parole che ormai rievocano disgustose immagini di tuniche crociate e spade sguainate.
5 commenti:
carissimo,
immaginavo che il film ti sarebbe piaciuto e che non avresti sparato cazzate del genere: "ma mica gli spartani vestivano così, ma mica c'erano gli orchi, ma mica i persiani c'avevano tutte quelle frecce, ma mica c'erano i rinoceronti corazzati...".
non ho ancora avuto il tempo di andare a vederlo, ma parto con un pregiudizio assolutamente positivo. prima di tutto perché confesso da bravo consumatore (and proud to be it!) di essere stato sconvolto dai trailer originali (li trovate sul sito ufficiale o nella sezione movie trailer di apple.com), e poi perché credo molto nel potenziale di questo cinema di altissimo artigianato (discorso che come sai estendo a quell'inarrivabile geniaccio di sam raimi e alla sua spidey-trilogia): si tratta forse dell'unico modo per riabituare il pubblico (impreparato quanto supponente) alla dimensione spettacolare e sorpendente del miracolo-cinema. credo meno invece alle interpretazioni anti/pro-bush: non perché ritenga miller un decerebrato apolitico (il suo discutibile robocop 3 era già un primo tentativo, forse puerile e troppo scoperto, di satira politica, per non parlare della sua produzione a fumetti, spesso apertamente engagée). semplicemente credo che non si possa interpretare in chiave anti/pro-bush il cinema del dopo-bush, come qualcuno più intelligente di me disse che non si poteva interpretare in chiave psicoanalitica la letteratura del dopo-freud.
comunque, appena andrò a vedere 300, mi unirò anch'io all'urlo di leonida:
"Spartans! Enjoy your breakfast, for tonight we dine in Hell!".
buzzurrissimo, bellissimo.
pasquale "eat my peplum" la forgia
Per il lato epico-estetico credo che non ci sia nulla da dire. è un film pazzesco, che non può non coinvolgere, e farti balenare, anche solo per un attimo, l'idea di indossare un mantello cremisi.
Per quanto riguarda il "messaggio",
sul orlo del pozzo, Leonida spiega in maniera decisamente chiara il suo punto di vista al messaggero:
"this is Sparta".
e il messaggero, suo malgrado, se lo deve far andar bene. perchè non è a casa sua, ed in genere è il padrone di casa che detta le regole.
Si può poi parlare ore sul fatto che sia giusto o meno, su chi ha ragione o torto.
ma alla fine, l'unica cosa certa, è che "questo è 300".
prendere o lasciare.
bhè, io prendo.
due sequenze mi hanno lasciato con la mascella spalancata: l'arrivo a galoppo degli emissari a sparta e la danza drogata della pizia. roba davvero sopraffina!
riguardo le interpretazioni anti bush, credo che gli ideatori dxiqualunque film 1) di estrazione americana 2) che esca in quasi tutti i paesi occidentali 3) con un battage pubblicitario del genere 4) che parli di guerra 5) nel 2007... si facciano delle domande e si pongano degli interrogativi anti/pro bush... o no? si, si...
@ joseph k.:
ne sei proprio sicuro? non saprei... vabbe'. prima lo guardo, poi ti dico.
ciao
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