21 agosto, 2007

Anna Esipovich

13 commenti:

Luc ha detto...

terribilmente cruda !

Anonimo ha detto...

in calabria con bruna ho visto qualche opera dello scultore Marc Quinn, sempre sulla tematica dei freaks...

Roberto La Forgia ha detto...

marc quinn è un coglione.
anna episovich si occupa di tutt'altro che di coglionate.

andrea barbieri ha detto...

"marc quinn è un coglione"
sottoscrivo
però ho un problemino, chi cacchio è anna episovich?

andrea barbieri ha detto...

Ah, Esipovich non Episovich!
Tra l'altro è pazzesco perché Anna "Episovich" non esiste in google, cosa rarissima, che ne fa una supereroina, una x girl, il personaggio di un romanzo ecc.
Adesso vado a vedere il sito.
Avete notato come dai paesi del comunismo o ex comunismo arrivino artisti pittorsto bravi, anche in letteratura è così, per esempio la Ornela Vorpsi, o Kubati dall'Albania...

Roberto La Forgia ha detto...

ehm... sono anch'io coglione...

andrea barbieri ha detto...

Robè, no no, postane ancora di queste cose, perché NESSUNO parla di arte contemporanea. Tappi una voragine.

andrea barbieri ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

perchè marc quinn è unn coglione?
a me è piaciuto un casino, non lo conoscevo.

Roberto La Forgia ha detto...

perchè ha avuto un'ideuzza. carina anche. e l'ha relizzata nel modo più vacuo e insapore possibile. e si è ripetuto.
non è uno scultore.

andrea barbieri ha detto...

Non c'è davvero poesia nelle sue cose, sembrano venute da una formula, roba nata a tavolino più che nel cuore (se è ancora consentito nominare questo organo). Poi una cosa che non sopporto è mettere in mostra un dramma senza filtrarlo con l'invenzione, e nonostante questo pretendere che sia arte, come fa Quinn con le state di persone focomeliche. In realtà così si maschera solo l'incapacità di inventare un linguaggio. Invece un artista dovrebbe parlare "per" le persone che non hanno voce, cioè raccontare al posto loro quello che vivono nel profondo. E allore occorre l'arte, occorre inventare un linguaggio.
Primo Levi sceglie la forma del romanzo per raccontare le vittime dei lager. Non mette semplicemente su un piedistallo delle fotografie: inventa un racconto che sa andare giù in verticale, nel cuore.

Roberto La Forgia ha detto...

andrea,

quinn non mi piace non perchè non faccia uello che a un artista tocca fare. non me frega niente di quel che un'artista debba fare perchè non credo in questa figura (non ne abbiamo bisogno, sostanzialmente).
abbiamo bisogno (e qui sono d'accordo con te) di gente che abbia voglia di argomentare qualcosa. non di porci un ritratto (con un inizio e una fine) di questo qualcosa.
io ho bisogno di cose che non condivido. di cose che mi scuotino per davvero.
non di minchiate adolescenziali sul corpo.
vai a cagare quinn. fatti i soldoni con le bestie che ti seguono.
scolpici le tue cagate e fatti un sacco di soldi. punto. non pretendere di essere altro.

duccio ha detto...

e cosa ne pensate di joel peter witkin?