01 dicembre, 2009
Figlio mio, vai all'estero perché qui da noi comando io
Immagino che molti di voi sappiano di questa lettera. Per farla breve, Pier Luigi Celli - uomo che è stato ai vertici di aziende del calibro di Enel, Eni, Rai e Unicredit - prega il figlio Mattia, fresco di laurea triennale (mi pare d’aver capito) di andare all’estero perché in Italia non c’è spazio per giovani talentuosi e motivati come lui.
La lettera ha scatenato una marea di reazioni, tutte abbastanza idiote. Sono ben consapevole del fatto che la mia reazione si candida ad allungare la lista, ma tant’è. Nessun giornale (vi prego di correggermi se sbaglio), ha semplicemente fatto notare che Pier Luigi Celli non ha le carte in regola per lagnanze simili.
Perché? Be’, per questo semplice motivo:
“True terror is to wake up one morning and discover that your high school class is running the country”.
Nel caso di Celli, la frase dovrebbe suonare così:
“True terror is to wake up one morning and realize that you’re one of those soulless pieces of shit that are running the country”.
Se mai aprirò un altro blog, lo chiamerò “Vonnegut l'aveva detto”.
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8 commenti:
They live, we sleep.
Meno criptico e più concreto, ieri mi sono rivisto il capolavoro di Carpenter. Non stupiamoci quindi se riesco a fare connessioni persino con Vonnegut.
qualcuno, non dai giornali, gli ha "risposto":
http://www.nazioneindiana.com/2009/11/30/caro-papa/
spero tanto che trovi l'orca!
@ giulio:
per te il suo capolavoro è essi vivono?
per me - sarà una scelta banale - è la cosa...
@ sergio:
ci provo, carissimo.
ci provo.
@ sergio:
missione fallita. non ce n'è una copia che sia una.
mi dispiace.
Beh, oddio.
Non che ritenga Carpenter un incompetente, ma neanche un genio. Non lo adoro sfrenatamente e non lo considero una mente malata (complimento assoluto, almeno secondo la mia personalissima scala di valori), semplicemente alcuni dei suoi film per me sono perfetti così come sono. Dico 'capolavoro' in senso sommario. Con tutti i palesi errori concettuali, le lacune di trama, le trovate ingiustificabili, le svolte sovrannaturali e i comportamenti nonsense dei personaggi. Perché è Carpenter, è il suo stile e il suo stesso limite. Ma va bene così ripeto, guardando They Live avverto un senso di totale completezza american-made (ci sono gli anni '80 e tutto ciò che ne comporta, ci sono sparatorie surreali, ci sono ex-wrestler, ci sono logiche sociali portate al limite della credibilità, c'è un risvolto finale buttato lì solo per giustificare la presenza di personaggi altrimenti futili, c'è l'ultima scena che da sola vale tutta la cultura statunitense).
Non potrei chiedergli di più, a 11 anni avrei ucciso mia madre pur di vedere La cosa. Mettiamola così.
ok. you have made your point.
;)
peccato ale, ma grazie lo stesso.
Prima ancora che tu apra un altro blog, io con "Vonnegut l'aveva detto" mi ci faccio una maglietta. O quantomeno uno spillone.
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