24 marzo, 2010

Doppio spettacolo

Una cosa sola, rapida e inappellabile: The imaginarium of Doctor Parnassus mi ha fatto addormentare due o tre volte, quindi il giudizio è presto detto. Una palla immane.
Passiamo adesso a esaminare il fascicolo in cerca di attenuanti generiche. Capisco tutti i problemi immani causati dall'improvvisa scomparsa di Ledger, cosa che spero abbia inferto irreparabili scossoni alla continuity del copione originale. Dico "spero" perché altrimenti il film sarebbe stata una cazzata fin dall'inizio e la morte dell'attore protagonista avrebbe solo fatto un favore al film, arricchendo la locandina di ben tre nomi parecchio sugosi per pubblico e produttori. Perché, per chi non lo sapesse, Ledger è stato sostituito, con un espediente neanche malaccio, da Jude Law, Johnny Depp e Colin Farrell, che rappresentano (per farla breve) le diverse personalità che di volta in volta emergono dal volto del protagonista, un uomo apparentemente senza passato, capace di attraversare incolume il mondo oltre lo specchio creato dalle profonde trance del dottor Parnassus, un Faust da circo interpretato da Christopher Plummer. Immagino che non abbiate capito nulla della mia ricostruzione della trama. Poco male.
Il film resta una palla immane. Già con Tideland Gilliam mi aveva messo alla prova. Con questo mi ha steso.Fiaccato da queste noiosissime due ore, ho deciso di rifarmi con una cosa che giaceva nel mio personale dimenticatoio da un bel po': Fantastic Mr. Fox. Il precedente film di Wes Anderson, The Darjeeling limited, mi aveva lasciato del tutto indifferente (fatta eccezione per il bel flashback dei tre fatelli che vanno a ritirare l'auto del padre un attimo prima del suo funerale), quindi non ero particolarmente ben disposto. Tuttavia ero certo che nulla avrebbe potuto stendermi peggio di Gilliam, quindi ho schiacciato play e mi sono rilassato. Il film sfoggia un approccio volutamente (serve dirlo?) goffo all'animazione. Gli effetti sono resi con un armamentario da vera e propria archeologia (le nuvole e il fumo realizzati con l'ovatta sono di una bellezza commovente) e i movimenti dei personaggi sono scattosi. Tuttavia devo ammettere che stavolta Anderson mi ha convinto più del solito. La morale della storia, in soldoni, è che ogni responsabilità, ogni promessa e ogni giuramento non sono nulla di fronte alla semplice irriducibilità della nostra natura. "I'm a wild animal" continua a ripetere serenamente Mr. Fox (George Clooney) davanti alla moglie (Meryl Streep) stanca delle sue continue scorribande nei pollai. La cosa che stupisce nel film è la rappresentazione dell'animale che Anderson ci offre: questi pupazzetti di setole che si muovono a scatti, sono infinitamente più credibili di qualsiasi bestione CGI che abbia visto finora. Per capire cosa intendo, vi basterebbe vedere come mangiano i personaggi del film. Anche se sono vestiti di tutto punto e camminano eretti, una volta seduti a tavola, questi animaletti sbranano quello che hanno nel piatto come la più feroce delle belve, per poi alzarsi e rimettersi in poltrona a leggere il giornale come dei veri gentlemen. Geniale.
A farla breve, il film è consigliato. Ed è anche molto meglio di Where the wild things are di Jonze, che non è male, ma a ripensarci non ha poi tutto il cuore che sbandiera.

2 commenti:

Giulio ha detto...

Vero. Infatti quello che più mi ha disturbato del film di Gilliam è stato l'uso della CGI. Il serpentone nero asfaltato non si può proprio vedere, e l'immaginario... beh, sembra quello del Flying Circus dopo 40 anni di sofferente avanzamento tecnologico. Non mi sono addormentato, ero al cinema e nonostante le comode poltroncine ho preferito assistere il buon vecchio Terry mentre metteva insieme i cocci dell'ennesima sfiga dietro le quinte.

Thumbs up per Fantastic Mr. Fox, grande film per una grande novella. A me è piaciuto proprio un sacco.

pasquale la forgia ha detto...

carissimo,
vedo che ancora una volta andiamo a braccetto.
ancora un po' e ci si sincronizzeranno le mestruazioni.
ciao,
p