La carta e il territorio
di Michel Houellebecq
pagine 360
€ 20
Bompiani
Attendevo questo libro e devo ammettere che il titolo mi aveva preoccupato. Mi aveva fatto pensare a giochetti alla Borges o alla Calvino, giochetti che mi hanno anche divertito, ma che non mi hanno lasciato nulla in tasca, se non qualche curioso argomento di conversazione. Per fortuna non è andata così.
La carta e il territorio è invece un ottimo libro. Forse rivela qualche incertezza - soprattutto all'inizio della terza parte -, ma sono lungaggini che si perdonano perché nel complesso il libro va giù con gran velocità.
Del resto Houellebecq, al di là dei gusti personali (che per me hanno un peso pressoché insignificante), è uno dei pochi a prendersi la briga di dirci quel che ci aspetta di qui a pochi anni. E non lo fa descrivendo scenari apocalittici da saggista militante o incrociando dati come un giornalista che crede di aver scoperto il senso della vita. Ma come un osservatore che registra quel che gli succede ogni giorno (anche le cose più banali) e prova a immaginarne le ripercussioni su ampia scala. Una scala talmente ampia da rendere impercettibile e ininfluente l'osservatore di partenza.
Del resto Houellebecq, al di là dei gusti personali (che per me hanno un peso pressoché insignificante), è uno dei pochi a prendersi la briga di dirci quel che ci aspetta di qui a pochi anni. E non lo fa descrivendo scenari apocalittici da saggista militante o incrociando dati come un giornalista che crede di aver scoperto il senso della vita. Ma come un osservatore che registra quel che gli succede ogni giorno (anche le cose più banali) e prova a immaginarne le ripercussioni su ampia scala. Una scala talmente ampia da rendere impercettibile e ininfluente l'osservatore di partenza.
Ritratto dell'autore, ovviamente mio
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