Sarei curioso di sapere cosa ne pensate di un concetto molto spinoso. Lascio la parola (e che parola) a Eric Hobsbawm, riportando - in una mia pessima traduzione - uno stralcio di un suo discorso del 2004. Per chi, a ragione, dubitasse dell'attendibilità della mia traduzione, segnalo il testo integrale in inglese.
Il problema politico della storiografia contemporanea è l'"antiuniversalismo", ossia il concetto del "la mia verità è valida quanto la tua". Un atteggiamento che ha sedotto varie correnti della storia delle identità di gruppo, per le quali il tema cardine della storia non è "quello che è successo", ma "in che modo ha riguardato i membri di un determinato gruppo". Quello che conta per questa tipologia di storia non è la spiegazione razionale di un avvenimento, ma "quello che ha significato"; non l'avvenimento in sé, ma il modo in cui un gruppo che si autodefinisce in opposizione ad altri - per ragioni religiose, etniche, nazionali, di genere o stile di vita - lo ha percepito.
Il problema politico della storiografia contemporanea è l'"antiuniversalismo", ossia il concetto del "la mia verità è valida quanto la tua". Un atteggiamento che ha sedotto varie correnti della storia delle identità di gruppo, per le quali il tema cardine della storia non è "quello che è successo", ma "in che modo ha riguardato i membri di un determinato gruppo". Quello che conta per questa tipologia di storia non è la spiegazione razionale di un avvenimento, ma "quello che ha significato"; non l'avvenimento in sé, ma il modo in cui un gruppo che si autodefinisce in opposizione ad altri - per ragioni religiose, etniche, nazionali, di genere o stile di vita - lo ha percepito.
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