E' un lavoro artigianale, quello di Dan Page. Un segno netto, cocciutamente Pop, che rivendica un irrecuperabile distacco dai nuovi segni, nervosi o ultraminimali, futuribili e demodé al contempo, protagonisti della scena grafica di inizio Duemila. Nel suo Illustration now!, Julius Wiedemann l'ha inserito fra i 150 illustratori più rappresentativi dei nostri giorni, ma Page si distingue per una ricerca del tutto personale, schiva e minuta, improntata alla discrezione più che alla descrizione.
E così lo vediamo alle prese con piccoli drammi grafici (drafèmi?), doloretti d'ordinaria amministrazione e intuizioni allegoriche spesso abusate. Non c'è accelerazione nella sua opera, anzi, sembra istighi e tenda a un progressivo quanto inarrestabile rallentamento.
Ma allora perché scrivere dei lavori di questo neanche troppo noto illustratore? Molti lo considereranno solo carne da rivista patinata, eppure io ci vedo grande senso della misura, agile inventiva grafica e - da non trascurare - un piccolo gusto pittorico che fa da sfondo e da collante (e che tappa più di qualche buco). E poi, per farla breve, perché piace a me, perché ho bisogno di cose belle per stare in piedi. E son 26 anni che queste due ragioni mi bastano e m'avanzano pure.Eccolo! Ecco trovato (o, meglio, improvvisato) il senso di questo post!
Domanda: quanto vi sostengono le cose che vi piacciono? Quali problemi, incertezze, dolori eccetera vi aiutano a superare?
Insomma: cos'ha fatto per voi il vostro senso estetico? Quante cose belle si sono rivelate anche utili - per le più svariate ragioni - nella vostra vita di ogni giorno?
Se vi va, fatecelo sapere. Proveremo a capire insieme come e quando il buon gusto ci ha salvato la vita.
(Immagine: particolare di Heart-Breaker Red, Dan Page)
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34 commenti:
bello il tema del giorno!!!!
ci penso un pò poi scrivo qualcosa...
anna
grazie! ci pensi pure, signorina. e ci faccia sapere.
TOH!
Dan Page.
Mi piace moltissimo... scoperto qualche mese fa.
f
felice di incontrare la sua approvazione, mrs/mr F. anch'io l'ho scoperto non più di un tre mesi fa. e mi piace assai.
ciao!
sulle note di "my favourite things" alla radio mi verrebbe una lista lunghissima (ma forse non so se così tanto) di "cose belle" che mi sono state anche "utili" per la sopravvivenza a questo mondo... Mi viene in mente una scena bellissima di "Hannah e le sue sorelle" di Woody Allen. Il protagonista dopo aver scampato il pericolo di un cancro cerca nella religione la risposta alle sue domande esistenziali e da ebreo diventa cattolico, poi Hare Krishna e via dicendo. Depresso e sconsolato dopo aver tentato il suicidio (scena comicissima di Woody Allen che cerca di spararsi con il fucile e terrorizza i vicini di casa....) si infila in un cinema dove danno "La guerra lampo dei Fratelli Marx". In quel preciso momento capisce che fino a che potremo godere e ridere guardando un gruppo di omini buffi sullo schermo varrà la pena di vivere(e lo spettatore, a questo punto, ride e si commuove guardando le immagini di quei matti dei fratelli Marx che ridono e si divertono come matti).Riporto malamente il senso delle parole di Woody Allen, vedetelo.
Anna
mi viene in mente un passo da "la vita non è male, malgrado tutto" di seth, in cui l'autore confessa con un po' di imbarazzo di essere un'amnte delle cose belle.
dice addirittura che una volta si è divertitto a compilare una lista intiitolata "cose belle".
spesso "combatto" con i miei amici che non condividono questo amore spassionato, disinteressato e superficiale per le "cose belle".
io sono per le "cose belle" nel senso quasi rinascimentale dell'espressione.
"la vita non è male, malgrado tutto" per esempio è una delle cose belle che più mi hanno dato nella mia vita.
con quel libro (regalatomi dal fratello mio) ho ripreso a fare fumetti. ho cominciato a vederci più chiaro sul cosa fare quando mi metto al tavolo per raccontare una storia. non mi dilungo.
harpo marx per me è una "cosa bella". vi confesso che il mio sogno è essere harpo marx.
mi piace perchè è ricco, imprevedibile e muto. non è ingombrate ma scombussola.
mi fa star bene.
la musica di philip glass mi piace molto. l'ascolto quasi ogni giorno e puntualmente mi fa arrivare in cielo.
mi fa ricordare quanto è grande il mondo e quanto sono piccolo io.
la lista può continuare naturalemnte ma mi fermo e per rispondere alla tua domanda: le "cose belle" spesso mi aiutano non a superare ma a reggere le mie paure, i miei problemi ecc. perchè le condivido con queste.
perchè ci piace un film o un libro o una donna?
perchè in qualche modo ci dice qualcosa di noi in maniera profonda. perchè si crea una condivisione.
brancusi diceva che l'arte che ci piace è uno specchio. ci piace perchè ci riconosciamo. non è tutto qua, certo, ma in qualche modo dice qualcosa che sento anch'io.
oh, ragazzi, voi non sapete quanto devo... quanto devo alle cose mi piacciono.
@ roberto:
sì, fratello mio. giusta osservazione. le cose belle non devono necessariamente aiutarci a superare brutti momenti, paure radicate (e radicali) problemi contingenti o essenziali. è vero. nelle cose belle spesso cerchiamo una conferma a tutte queste brutte cose, piuttosto che una soluzione. spesso cerchiamo cose belle che sappiano raccontarci bene il disagio che stiamo vivendo, che magari lo contengano nella sua massima espressione. parlo di disagio, ma la felicità e la pienezza hanno pari diritto di cittadinanza nel mondo delle cose belle, ca va sans dire...
sì, direi che hai centrato un punto essenziale. chissà cosa penserebbe dan page a sapere d'aver innescato sta roba?
@ anna:
gran bella scena, sì. gran bella scena. noto con piacere che i fratelli marx sono via di salvezza per molti da queste parti...
a presto anche qualcosa su di loro. è scandaloso che nessuno di noi integratori ci abbia pensato prima. rimedieremo... rimedieremo...
ciao a tutti
i fratelli marx, ma soprattutto harpo, sono manifici.
li vedo insuperabili.
c'è un scena in monkey business in cui, in una coda di persone in attesa di passare per un tavolino dove una guardia controlla non ricordo bene cosa, tutti fanno il loro dovere. passano davanti la guardia e gli mostrano qualche documento.
al suo turno, harpo, afferra con brutlità (e gioia) le carte della guardia, le fa volare, fa un casino della madonna, sbatte i pugni sul tavolo e poi vi salta su con i piedi.
questo numero non ha ALCUN SENSO.
cioè tra lui e la guardia non era successo NULLA perchè harpo avesse questa reazione.
insomma, ragazzi...
sono senza parole.
é interessante che tu citi questa scena di "non senso";
che senso ha la bellezza? voglio dire,qual'è la sua direzione, a che cosa tende?
Se penso al senso, inteso come significato, probabilmente non ce l'ha ma se penso alla direzione mi pare di vedere che tenda a proliferare se stessa e a contaminare altre cose.
Le cose che ci piacciono sono belle perchè riconosciamo dentro di esse pezzettini di altre cose belle e che ci sono piaciute.
non so se mi sono capito nemmeno io.
Non credo di riconoscere nella bellezza i "pezzettini" di altre cose belle...non è per questo, perlomeno, che la bellezza mi aiuta a sopravvivere.
La bellezza mi permette soprattutto di staccarmi dalle stupide contingenze di ogni giorno e di guardare altrove, di sognare, di sentirmi piccola e forse parte di qualcosa che è più grande di me. L'unica cosa a cui concedo qualcosa di mistico è proprio l'arte, la bellezza. Perchè, insomma, se gli leviamo anche quello e sveliamo il gioco cosa ci rimane? Forse Cattelan....
Della bellezza quello che mi stimola e mi piace è l'insondabile, il mistero. Il non sapere spiegare perchè è bello. questo non avere pace mi arricchisce.
Anna
perfettamente.
che bello questo post.
Ti direi che le stesse tue ragioni mi hanno tenuto in piedi per 25 anni.
ogni cosa che mi incuriosisce (non solo esteticamente), mi riempe, mi ricorda altri pezzettini persi per strada e rende giustizia di ogni difficoltà, dolore.. ecc..
mi svincolo dai pure ottimi esempi che avete fatto per passare dall'altra parte, tentando, forse banalmente, di rimanere in tema.
Mia nonna morì nel '94 negli stessi giorni in cui casualmente comprai "Sleeps with angels", di Neil Young.
Non so se a qualcuno di voi piaccia il cantante canadese, a me non fa impazzire, ma il disco, con i suoi pezzi malinconicamente violenti, intimamente legati ai temi della morte, della sofferenza, della solitudine e della possibilità di rinascita, mi aiutò a compiere la lenta transizione dal dolore al ricordo.
E poi è rimasto così da allora, cristallizzato e in bilico, dopo aver assunto un significato tutto particolare per me.
Una madeleine dai colori sporchi, dalla bellezza disarmante, che simbolizza un periodo e un'evoluzione di uno stato d'animo al quale devo tornare talvolta.
è vero, le cose che ci piacciono, la bellezza, mettono in comunicazione due dimensioni fino ad allora separate; sono una specie di ponte.
Quando penso alle cose che mi piacciono continuo ad avere l'idea del "brulicare", del movimento, mi sembra che queste cose vibrino e questa vibrazione è così ipnotica che ti trascina verso di loro.
Tutto quello che non vedo vibrare non rientra nel campo della bellezza in generale e in quello dell'arte in particolare.
Ciò non toglie che questa visione sia strettamente personale e che quindi non sempre ci piacciano le stesse cose.
una cosa che ho capito di me guardando depero:
le cose che mi piacciono mi indicano una rotta, una direzione. mi mettono in moto verso qualcosa.
per qualche strana ragione mi convinco del fatto che se mi facessi influenzare (senza farmi troppe storie sulla sacralità dell'individualità) da questa o quella cosa che mi piace, arriverei a scoprire delle cose, ma non nel disegno o in me stesso.
nel mondo in generale.
gli autori che mi influenzano, non si inseriscono soltanto nel mio disegno ma nel mio stile di vita, nel mio modo di guardare le cose e di conseguenza anche nel disegno.
questo era solo per dire quanto possano essere formative le cose belle.
mi lego a quest'ultimo commento, perché lo condivido in pieno, credo però che non sia un caso il fatto che ti riferisca ad un artista, non è un problema di "cosa che mi piace" ma probabilmente conoscendo un autore, le sue opere, ne leggi la poetica e quello che lui stesso "svela"(comunica) della realtà. Non so se sono stata chiara, ma a me credo sia successo qualcosa di simile conoscendo le opere di J.Beyus; se si è rivelato "utile" non lo è stato immediatamente, ma conoscendone alcune tematiche e scoprendo lentamente alcune modalità dell'artista di vedere il mondo credo qualcosa sia filtrato anche nel mio modo di leggere la realtà.
mb0, benvenuta.
continuiamo a fare nomi. i nomi della nostra vita: hopper.
hopper mi ha scaraventato sull'uomo.
quando mi sono avvicinato al suo lavoro ho avuto una forte percezione della sua voce perchè in qualche modo diceva cose che andavo maturado in quel periodo.
ma la crudezza di hopper ha rotto l'ultimo ostacolino perchè io guardassi più da vicino la povertà dei rapporti umani.
si è introdotto nel mio sguardo con lucida aggressività. il che mi è servito a diventare più triste.
guardare quel che hopper indica non è certo incoraggiante.
cosa ti ha dato beyus?
...ci proverò; la "banalità" che si dice su Beuys è che sia un alchimista, per anni non ho capito il senso di questa parola, mi piacevano d'impatto le opere, ma mancava qualcosa. La sua capacità di mettere assieme l'uomo, le cose , la natura, di rileggerle attraverso un complesso e personale lessico poetico e di far reagire i materiali solo accostandoli o facendoli partecipare a processi (a loro modo performativi), di trasformare i significati degli oggetti, di ribaltare in continuazione l'ottica nel confronto di tutto, credo che sia in grado di far vedere il mondo che sta "dietro" a tutto quello che vedi e di dargi vita. Non è così comunicabile, mi rendo conto, va davvero esperito, è in questo che è un alchimista. Per mesi sono stata ossessionata dalla sua "Fine del XX secolo" e andavo a vederla ogni settimana trascurando il resto del museo. Al contrario di quello che scrivi in merito a Hopper, Beuys mi ha comunicato molta fiducia nei confronti delle possibilità dell'uomo, molta forza, so che può apparire strano.
Io rigireri la domanda, nello specifico la mia risposta sarebbe *tantissimi*, ma anche no, ma anche che mi sa che ho scritto nà stronzata!
@ epiploon:
non credo tu abbia detto una stronzata. di certo sei stata - ehm - sintetica. ma vediamo di essere ugualmente secchione e prolisso come so essere di solito. per me vale il discorso che le cose belle mi tengono in piedi. ma effettivamente ci sarebbe da valutare anche il come ti tengono in piedi, magari storto e appesantito dalla depressione che ti prende quando - davanti a qualcosa di splendido - ti senti in dovere di dire: "ma io non ce la farei MAI a fare una cosa del genere!". quindi, sì: domanda rigibirabilissima. le cose belle possono anche togliere il fiato, spezzare le schiene, piegare le gambe.
ok? sempre che io abbia capito il senso del tuo "rigirare". famme sape'.
ciao!
:-)
pasquale "cavare sangue dalle rape" la forgia
e' solo una prova per vedere se sono ancora estromesso dal blog.
Se invece no approfitto per esclamare cazzo che fikata!
Esilio.
Ah!... gentili.
Grazie.
Esilio.
ciao esilio,
saresti ancora estromesso.
però, considerando tutti i kebab che mi hai portato a casa in questi giorni...
vabbè rientra pure, ma tienti per te il piccante.
robertino frizzantino
edcdqhbz gz fhz zcdqhsn, h bzivhmh rdftnmn
adesso stiamo esagerando!!!
non it erapuccoerp è elicaf
ciao pasquale la forgia! grazie per il commento sul mio blog ed i suggerimenti di lettura. proverò a procurarmi quei libri. la berenice di poe non la conosco ma ora mi hai fatto venire la curiosità.
p.s. pensavo fossi quello di evviva niente, invece lui si chiama roberto. siete fratelli mi sa eh
p.p.s. per non essere completamente off topic ed intervenire nel tema del post, direi che a me di solito le cose che trovo utili mi sembrano anche belle. l'inverso insomma. se una cosa mi è utile, la trovo bella.
per esempio, lo scucitore è un oggetto molto carino
@ cimba:
lo scucitore? non so cosa sia... mia madre era una sartina, le chiederò di che si tratta. a meno che tu non voglia darmi spiegazioni e/o fornirmi materiale iconografico.
ok?
ps: sì, io e roberto "evvivaniente" la forgia siamo fratelli. io sono quello attempato e non-più-disegnatore.
pps: ovviamente il titolo del libro della slavin era digitato da cani... cmq c'è il link.
ciao!
pasquale "off topic is good" la forgia
ciao pasquale,
si lo scucitore è quello che hai trovato, cioè questo qui
http://www.manidifata.it/img/scucitore.jpg
(nel caso fosse venuta curiosità anche a qualcun'altro)
poi mi piacciono pure quei cosi tondi che ci riponi gli spilli con la capocchia colorata, insomma sembrano un po' dei fiori un po' dei tirassegno. belli a vedersi
ecco, tipo questi qua
http://www.wendystreasures.com/products/product_pics/notions/pins/26499.jpg
http://www.fabricdepot.com/images/DRI60.jpg
e ce ne sono un sacco d'altre di cose utili ma belle
se non fossi pigra ne farei un elenco dettagliato
ciao!
wow!
bei fiori, ma avresti dovuto vedere il portaspilli che aveva mia madre... era una cinesata da urlo.. una specie di cuscinetto di raso bordò a spicchi (tipo michetta), con su tanti cinesini a culo all'aria su cui appuntare impietosamente gli aghi... 'na meraviglia!
ciao!
pasquale "kindergarten memory" la forgia
hahaa, ma certo, lo conosco!
lo avevano anche mia mamma e mia nonna e mi piacevano troppo i colori così accesi. tripudio di fucsia e rossi.
eccolo! dopo qualche ricerca l'ho trovato:
http://stefmike.org/images/PinCushionSnap.jpg
http://i23.ebayimg.com/02/i/04/c8/6d/06_2.JPG
e ho scoperto che ne esistono anche altre varianti di colore!
Se non fosse un dibattito troppo maschio, m'inserirei.
Fabio.
bella questa declinazione verso il taglio e cucito. purtroppo mi associo solo in parte (per le scarse esperienze), le uniche cose che sono riuscita a creare con ago e filo erano, da bambina, delle cose assolutamente inutili. Bambole strane fatte con pezzi di riciclo, mancanti spesso di parti anatomiche (gambe, oppure bocca o naso ecc...)e con colori delle pelle assolutamente unici (me ne ricordo una con l'incarnato a quadretti (fatta con un tovagliolo di mia nonna). Beh, non credo che possano annoverarsi fra le cose "belle" ma utili. in ogni caso, come ogni esperienza creativa pensano abbiano dato, a loro modo, un imput al mio senso estetico e alla costruzione del mio gusto (che gusto poi....). consiglio a tutti l'esperienza del riciclo per fare strane bambole (anche wodoo volendo).
anna
@ fabio (rave?):
in effetti ci stiamo dando un po' troppo dentro con gli ormoni. ciao, manzo!
pasquale "crossin' gender" la forgia
@ anna:
concordo. viva i giochetti creativi a base di ricicli domestici. ma, mi raccomando, fatevi aiutare da un adulto e usate sempre le forbici con le punte smussate. per gli aghi chiedete alla mamma.
pasquale "colla vinilica" la forgia
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