19 novembre, 2006

Cose non scontate

CARO direttore,

a mio avviso, i fatti di Torino sono stati giudicati male perchè distorti dal pregiudizio e dalla mancanza di memoria che spesso colpisce noi adulti. Non ci siamo ricordati quante volte siamo stati protagonisti di scherzi maldestri.
Questa volta a “farne le spese” è stato un ragazzo con disabilità: una difficoltà tra le tante!
Non lo sappiamo, ma di una cosa siamo certi, questa volta anche se in maniera passiva e forse dura lui dentro il gioco c’era. Quindi, chi nella maggior parte dei casi è spettatore si è trovato ad essere attore. Non sarà il massimo ma è sempre meglio dell’esclusione totale.
E poi le pene: come possiamo far capire in maniera utile a dei ragazzi che un gioco costa un anno di scuola! Il gioco dei sentimenti deve sempre essere maneggiato con cura. Questa volta per dare un esempio abbiamo fatto diventare vittima di chi voleva essere protagonista, e carnefici ragazzi che volevano un po’ di notorietà, magari attraverso Internet.
Ma non è meglio, invece che dividere e dare pene, unire i ragazzi sdrammatizzando e utilizzando anche un po’ di ironia?

Antonio Guidi
Presidente dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale

Lettera inviata a Repubblica e pubblicata sabato 18 novembre 2006

14 commenti:

matteo bergamelli ha detto...

non sono sicuro di avere capito bene.
Ho capito bene?
Questo propone una pacca sulla spalla e via?
E tu, ragazzo disabile, ti lamentavi tanto quando nessuno ti cagava, adesso che sei protagonista ti metti a rompere i coglioni? Un po' di ironia, che diamine!

pasquale la forgia ha detto...

una piccola precisazione, per chi non conoscesse l'autore della lettera. antonio guidi è disabile dalla nascita, quindi guarda e riflette sulla cosa da un punto di vista e con una lucidità che noi - per un malinterpretato senso della delicatezza - non riusciamo a permetterci.

Michele Casella ha detto...

mi sforzo, davvero mi sforzo di capire che cazzo sta dicendo Guidi... ma nella mia "delicatezza" non ci arrivo... sarà mica che il disabile si è divertito a essere picchiato e insultato? Chissà... E come li vogliamo unire i ragazzi? Premiandoli? A me, super sensibile, non m'è mai venuto di picchiare un disabile. E io, (fascista) li prenderei a calci in culo. Anzi no, A CALCI IN CULO. non so, sarò troppo sensisibile? O sarà Guidi rincoglionito per troppe presenze in TV?

andrea barbieri ha detto...

Forse hanno sdrammatizzato e ironizzato anche troppo: il provvedimento di sospensione è palesemente illegittimo in quanto fa perdere l'anno scolastico ai ragazzi, basta un ricorso di due parole per sospendere la sospensione.
E' tutta una finta insomma. Un divertissement.

sergio ha detto...

scusate, mi aggiornate sulla situazione? i pischelli con tanta voglia di socializzare con i diversi che cosa si sono meritati come punizione: conseguenze civili, penali o semplici sanzioni scolastiche?

Roberto La Forgia ha detto...

sei in quell'aula ci fosse stato un professore in gamba, all'altezza della situazione, forse avrebbe risolto la cosa senza le punizioni esemplari tanto amate dai politici.
senza portare confusione in una scuola intera.
da sempre su questo pianeta i più deboli sono oggetto di scherno e talvolta di violenze gratuite. non penso che sia giusto dare una pacca sulla spalla e via ma mi chiedo quali sarebbero le conseguenze di una tanto auspicata "punizione esemplare".

c'è bisogno di professori in gamba, che sappiano parlare ai ragazzi e che sappiano insegnargli a stare insieme.
essere tanto scemi da picchiare un tuo compagno è un problema da superare, non da negare con le punizioni esemplari.

o voi preferite che per ogni calcio in culo, mettiamo su un processo?
da oggi mettiamo un giudice in ogni aula.
anzi no, un telefonino acceso che riprende tutto così possiamo controllare sempre i minori.
abituiamo alle nuove generazioni ad abituarsi così tanto alla loro coglioneria da dover chiedere aiuto allo stato per superarla.

ormai il gioco è fatto, se n'è parlato troppo per non stangarli in un modo o nell'altro.
per dividere per sempre gli stronzi dai deboli.

Michele Casella ha detto...

mi sembra che la vostra sia una visione fin troppo "progressista" e "buonista". A me, come credo anche a voi, non è mai venuuto in mente di picchiare un disabile e credo che chi lo faccia abbia sì bisogno di una Guida, un Mentore, ma anche di una cazzo di punizione. Perchè ho paura che l'indole, in alcuni, possa essere estirpata solo a suon di bastonate. Lo so, sembro davvero un cazzo di fascista, ma io certe volte mi domando se nella mia vita potrei mai arrivare a tanto e la risposta è NOOOO. No, non ho mai pensato di piacchire un disabile e non avrei mai la prontezza di fare cose che sento quotidianamente in tv. Voglio anche io educare il prossimo, ma da un po' ho voglia anche stare sicuro. Perchè non ce la faccio più a pensare che la mia ragazza è in pericolo se cammina di sera da sola. Perchè non ce la faccio più a pensare che devo stare attento a dove parcheggiare l'auto per non farmela fregare. Perchè non ce la faccio più a stare attento al denaro che porto addosso per paura di essere aggredito. Perchè tra me e il ragazzo che ha picchiato l'handicappato c'è una bella differenza, e io ci tengo alle distanze.

Michele Casella ha detto...

Per Roberto: quali sono le conseguenze di una tanto auspicata "punizione esemplare"? Far capire al picchiatore che lui, per la società, è uno stronzo. E tanto mi basta per un soggetto che mena un disabile. E non venitemi a dire che non se lo merita, perchè l'aria progressista che state assumendo, certe volte è paradossale e dimostra solo una totale freddezza, e lontananza, e menefreghismo nei confronti degli argomenti di cui parlate. Cinismo al cubo, insomma. Vorrei vedere se la vittima del pestaggio fosse vostro figlio, uno sfigato handicappato che viene anche malmenato dai compagni di scuola. Io non ci vedrei più e la "punizione esamplare" che tanto superficialmente condanni, bè io la vorreidal profondo del cuore.

pasquale la forgia ha detto...

@ michele:
buonismo? progressismo? mah... onestamente mi stupirei meno se mi si accusasse del contrario. buonista a fondo perduto è piuttosto chi si schiera subito dalla parte di chi da quel momento diventa e resterà per sempre "vittima", senza porsi
domande, facendo così della bontà un mestiere. un mestiere noioso, che spesso sfocia in un'indignazione da operetta.
a mio parere la questione è un po' più complicata di come la stai ponendo tu. a me - lo confesso - frega davvero molto poco del rilievo nazionale che si è dato a un fatto increscioso e abominevole quanto quotidiano. e con questo non voglio dire che anche le morti violente, poiché quotidiane, non debbano scandalizzarci. voglio dire che a me non interessa per niente che un
episodio di violenza, ripeto un concetto già sottolineato, solo perché ripreso e diffuso via internet e rimbalzato su quotidiani e tg, debba diventare, nelle varie declinazioni giornalistiche, "campanello d'allarme", "violenza nelle
scuole", "fenomeno allarmante" e così via. questo non perché picchiare un indifeso non sia un fatto increscioso o degno di nota, ma perché io non devo aspettare la pubblicità della violenza per alzare il mio ditino contro il cattivo di turno, permettendomi anche il lusso di godermi la sua spavalda coglioneria nel rendere pubblica la sua violenza.
io non mimo l'ansia di un educatore che piange una formazione fallita, non simulo l'imbarazzo di un genitore che si vergogna del figlio teppista (o il rancore di un genitore che protegge il figlio picchiato), non improvviso - soprattutto - il pur legittimo bisogno di un estraneo d'accertarsi che sia fatta giustizia. la mia è solo voglia di capire per quale motivo l'opinione pubblica del nostro paese è talmente ottusa da apprendere, ancora oggi, le notizie delle piccole e grandi violenze
di ogni santo giorno come provenienti da mondi oltrespaziali, sorprendendosene come se non riuscisse nemmeno a concepirle.
è qui secondo me il problema: una nazione che - evidentemente - finge di non concepire la violenza e se ne scandalizza esacerbando i toni (e questa volta, insomma, non è la strage di capaci) e chiedendo a gran voce punizioni esemplari, una nazione che si arroga il diritto di non riuscire a concepire la violenza, è una nazione di mediocri impostori.
non posso fare a meno di citare pasolini.
quando gli capitò di leggere un articoletto di nera che parlava di un fatto di sangue scoppiato per motivi a dir poco futili, il suo occhio si posò disgustato sul titolo, che recitava roboante: "assurdo a ladispoli". ora, quell'occhio era collegato a una mente geniale, e quella mente non poté fare a meno di pensare: "assurdo? e cosa c'è di assurdo? per cosa credono che ci si ammazzi a ladispoli? quest'articolo dovrebbe intitolarsi 'normale a ladispoli'!".
ecco, io non sono un fan dell'ipse dixit, e un pensiero di pasolini è opinabile quanto quello di chiunque altro, ma lo cito perché ha fissato un concetto aggiacciante in maniera molto lucida.
e poi, michele, scusami, ma una punizione esemplare a cosa servirebbe? a ribadire, come se già così non fosse, che un ragazzino down è una specie protetta, uno stupido cosino indifeso da tenere sotto una campana di vetro? allora ti faccio la mia modest proposal. stavolta è toccato a un down, ma per migliorare la popolarità dei ragazzini disabili in genere, potremmo dotarli di una maglietta con su scritta la vecchia avvertenza "tenere lontano dalla portata dei bambini" o, per abbracciare tutte le fasce d'età, "tenere lontano dalla portata dei coetanei". che te ne pare?
le parole di guidi, che sono parole di certo spiazzanti e scomode, vogliono dire proprio questo: non facciamo della disabilità una riserva indiana, una regione a statuto speciale. il suo riferimento (atroce perché non gridato) all'"esclusione totale" del disabile è un punto nodale che prego te e chiunque
altro legga di non sottovalutare.
e poi, in ultima analisi, io non sono uno sbirro. sono un cittadino. io non devo beccare la gente con le mani nel sacco. devo solo comportarmi in modo che nessuno impari da me il bisogno di mettercele. e questa è una differenza sostanziale.
io non sono uno sbirro. e non lo sei neanche tu.
fattene capace.

pasquale "no fun" la forgia

pasquale la forgia ha detto...

cristo! è un commento mostruosamente lungo!

pasquale "size does matter" la forgia

Anonimo ha detto...

Off Topic, come siamo rimasti con Venezia?
andrea barbieri

pasquale la forgia ha detto...

fra una mezzoretta lo saprai...

Michele Casella ha detto...

No, sei andato oltre le parole che ho detto, hai cercato di interpretare ciò che nemmeno mi sognavo di affermare; per me il disabile è una persona come le altre, che ci fosse lui o un altro ragazzino sotto lo schiaffo del prepotente, per me sarebbe uguale. E proprio per questo, voglio che gli stronzi vengano puniti, e non parlo i punizione esemplare, ma solo di sacrosanta punizione; il fatto che di violenze ve ne siano ogni giorno in ogni dove, bè, non mi motiva a chiudere gli occhi o a desensibilizzarmi. Né mai ho affermato il contrario, quindi non capisco perché ti rivolgi a me col tuo commento. Mi fotte poco che si punisca per insegnare a mille, a uno o a nessuno, basta che si punisca. Fotte poco che sia un disabile o un genio, si parla sempre di esclusione sociale. A me interessa che le teste di cazzo come lui non la passino liscia e poco contano le provenienze sociali, i problemi psichiatrici e le difficoltà della vita. A me non è mai venuto in mente di picchiare per divertimi e credo fermamente che nemmeno se versassi nello stato emotivo peggiore potrei sfogarmi su uno sfigato. Ci sono principi (che definirei universali) ai quali tutti gli esseri umani dovrebbero tendere e per i quali non vi sono alibi.

pasquale la forgia ha detto...

@ michele:
mi parli di "aria progressista", mi accusi di "buonismo" e di distinguo "paradossali", di "freddezza" e di "totale menefreghismo". e poi dici a me di essere andato oltre le tue parole, interpretandole (magari in buona fede) in modo falsato.
non so che risponderti... m'è solo sembrato che nei tuoi commenti (compreso quest'ultimo) tu non tenessi minimamente conto della distorsione interpretativa montata attorno a questo atto di violenza, la stessa ipocrita distorsione che trasforma molti atti di violenza (quando resi pubblici) in degli avvenimenti straordinari e per questo più riprovevoli di altri. il mio insistere sull'aspetto quotidiano della violenza non voleva minimamente avere un tono giustificatorio, né m'è sembrato d'aver tirato in ballo gli spauracchi della "società", della "violenza in tv" o - come dici tu delle "provenienze sociali", dei "problemi psichiatrici" e delle "difficoltà della vita".
un simile atto di violenza non è giustificabile e - perdonami - ti pregherei di dirmi dove hai letto il contrario.
quello che mi preme di farti notare è che questo blog non è "cronaca vera" né la più blasonata prima pagina di "repubblica", quindi nessuno di noi ha bisogno di montare casi inesistenti o alimentare l'occorrenza di terminologie già fruste come "bullismo", "deboli", "violenza nelle scuole" e via dicendo, allo scopo di "sensibilizzare le coscienze" o - peggio ancora - "allarmare le masse".
la mia non adesione a questo vocabolarietto giornalistico - lo so benissimo - non ha alcuna rilevanza, proprio perché, come ti ho già scritto, io agisco come cittadino, come singolo, e non mi va assolutamente di fingere solidarietà con "gli sdegnati commentatori/lettori/spettatori" limitandomi a usare le loro stesse parole e simulando accorata riprovazione. tutto qui. io sono un cittadino e uso questo invisibile e insignificante spazio per scrivere quello che penso, nella speranza di tener fede alle mie parole e ai miei buoni propositi, anche quando stacco le dita dalla tastiera e vado per strada.

pasquale "il personale è politico" la forgia