11 dicembre, 2006

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Saranno esposte per la prima volta in Italia le tavole a fumetti di Park Kun-woong che raccontano la tragedia de “Il ponte di NO GUN RI”, lo sterminio di quattrocento civili avvenuto nel 1950 durante la guerra di Corea. La storia dipinta tavola dopo tavola, con il suo andamento sequenziale, ha il carattere di monumentalità dei racconti epici. L’opera di Park è uno dei più interessanti esempi di graphic novel, un modo di raccontare che si sta sempre più affermando a livello internazionale.

IL PONTE DI NO GUN RI

E’ una storia che racconta lo sterminio di quattrocento persone, avvenuto tra il 26 e il 28 luglio 1950 sotto il ponte ferroviario di No Gun Ri, nella Corea del Sud. Si tratta di una tragedia non dimenticata, ma piuttosto sottaciuta, di cui si è macchiato l'esercito americano nel difficile periodo della guerra intercoreana. Vennero uccisi uomini, donne e bambini evacuati dai loro villaggi con la sola colpa di essere potenzialmente un buon travestimento per l'infiltrazione dei guerriglieri nord coreani. Solo oggi i sopravvissuti sono riusciti a ricevere un risarcimento e un riconoscimento dal governo sud coreano. Park ripercorre nel suo romanzo a fumetti di oltre 600 pagine, pubblicato da Coconino Press, questo drammatico momento della storia del suo Paese.














I suoi disegni, tracciati con un segno sottile e con delicate pennellate d'acquarello su carta di riso sottilissima sembrano contrastare con la drammaticità degli eventi descritti. La storia dipinta tavola dopo tavola, con il suo andamento sequenziale, ha il carattere di monumentalità dei racconti epici. Lo stile orientale oltre che nel senso di lettura traspare nell’uso delle rappresentazioni spaziali e nella scrittura estremamente grafica in cui rappresenta le ambientazioni, i movimenti degli sfollati e la loro sofferenza.


FLOWER

La storia è ambientata durante la guerra coreana e comincia con il ritrovamento, da parte del protagonista, il giovane Chae-ho, di un vecchio compagno dei campi di Manciuria, Do-hwa, il capo di un gruppo di partigiani. Si intrecciano le vicende personali e corali della popolazione coinvolta in una guerra fratricida. In uno degli episodi della lunghissima storia che si sviluppa in quattro volumi, i sud coreani massacrano gli abitanti di un villaggio pensando che aiutino i partigiani sulle montagne. Due bambini scampano al massacro e raggiungono il piccolo gruppo di partigiani. Vivendo con loro imparano a conoscerli tutti da vicino. Per esempio, uno di loro, un pittore, era stato denunciato come comunista, perché aveva usato il colore rosso sulle sue tele; in un altro episodio un prigioniero di guerra, Chae-ho, non parla, neanche sotto tortura. Ricorda il suo passato, segnato dagli episodi oscuri dell’occupazione giapponese, dei campi di lavoro forzato dei giapponesi in Manciuria, dove tanti morivano di fame e sfinimenti.
Non manca l’episodio struggente del ritrovamento di Chae-ho al ritorno nel suo villaggio della donna amata, Dallay, divenuta la compagna di un collaboratore dell’armata giapponese. Mesi dopo la reincontrerà, divenuta ella stessa un soldato partigiano. Prima di separarsi da lei le regala la sua sciarpa rossa. Intanto l’inverno rigido miete vittime tra i partigiani che si ritrovano a combattere faccia a faccia. Un anziano scopre tra i nemici suo figlio minore. Chae-ho trova rifugio nella casa di una donna cieca che porta al collo una sciarpa rossa. Chae-ho parte alla ricerca del corpo di Dallay, vuole seppellirlo nel punto più alto della montagna, da dove si possa vedere il suo villaggio natale. Durante la ricerca viene fatto prigioniero dall’esercito sud-coreano, proprio dal suo vecchio amico Hyeck-su. Fedele ai suoi principi fino in fondo, Chae-Ho morirà in prigione.


"Park Kun-woong. Una storia coreana"
dal 14 dicembre 2006 al 20 gennaio 2007

Conferenza stampa:
mercoledì 13 dicembre 2006, ore 12,30 al TA MATETE
in piazza S. Stefano 17/A, Bologna
www.tamatete.it

2 commenti:

duccio ha detto...

spero di riuscire a vederla prima che chiuda..
avevo sentito igort parlarne ad un suo incontro da feltrinelli a Bologna.

Anonimo ha detto...

cliccate qui per vedere due bellissime illustrazioni