27 gennaio, 2007

Questione di metodo


Una delle ultime mode letterarie consiste nel prendere un personaggio storico, meglio se filosofo o letterato e farlo diventare il protagonista o coinvolgerlo nella trama di un romanzo giallo.
Il primo, se non sbaglio, è stato Aristotele poi a seguire Dante Alighieri, Edgar Allan Poe e infine
Emmanuel Kant e probabilmente ne scordo qualcuno; a proposito di quest’ultimo ho letto il libro in questione, Critica della ragion criminale, e posso dirvi di risparmiare i soldi se vi era venuta l’idea di comprarlo.
Più di quattrocento pagine delle quali almeno un centinaio potevano essere evitate, quasi tutti i personaggi sono delle macchiette buone giusto per farci una fiction su rai uno o canale 5. Intere pagine di descrizioni splatter assolutamente inutili e fuori luogo. Il protagonista che a suo dire è il massimo estimatore di Kant e del metodo razionale in realtà fa tutto tranne ragionare e il caso si risolve praticamente da solo mentre lui è tutto preso da mielosi struggimenti facendo, ai nostri occhi, la figura del deficiente, e quando alla fine viene svelato il mistero, confermando quello che si intuiva già duecento pagine prima, ci si accorge che un po’ di cose nella trama non tornano.
Ad ogni modo, prima di leggere questo libro, mi era già balenata l’idea di fare un fumetto con protagonista Cartesio che si metteva a fare il detective non azzeccando mai niente, anzi facendo poi impiccare sempre degli innocenti.
Perché Cartesio? Perché a mio modesto parere ha detto delle cazzate enormi come filosofo.
Andate a vedere la sua dimostrazione dell’esistenza di dio e poi mi dite.

10 commenti:

Roberto La Forgia ha detto...

ho letto la dimostrazione...
bè, che dire, secondo me non c'azzeccato.

sarebbe bello raccogliere una serie di dimostrazioni da uomini di filosofia, chiesa, politica e gente politica.

matteo bergamelli ha detto...

Il punto è che in quel modo si potrebbe dimostrare anche l'esistenza di batman o di babbo natale.

Roberto La Forgia ha detto...

:^))))))

Anonimo ha detto...

quanto sono d'accordo!

sergio ha detto...

bhe, batman non è proprio l'essere perfetto o infinito (la dimostrazione si gioca tutta lì)...

matteo bergamelli ha detto...

Certo, ma la qualità della perfezione gliel'ha appioppata lui a priori, dandola già per dimostrata; se io decidessi che anche batman la possiede il gioco è fatto.
è questo il corto circuito logico.

sergio ha detto...

se decidi che batman è il tuo essere perfetto e infinito, allora va bene; nel senso che ne puoi scegliere solo uno però...
la questione è che la dimostrazione è quantitativa all'inizio e qualitativa alla fine - è questo che non si evince troppo bene dal wiki-riassunto. cartesio cominicia da un dato di fatto quantitativo: il suo corpo, i cani, le piante, la terra, i suoi pensieri e le sue idee, quelle chomskianamente innate e quelle skinneriamente acquisite, sono tutte finite, nel senso che hanno certo e determinato confine di chiusura, non sono cioè infinite. ogni cosa, da un punto di vista materiale e quantitativo, è finita e così ciò che resta di indigeribile a questa scannerizzazione è solo l'idea\percezione che si ha di dio: un essere qualitativamente distante dalle cose\esseri\viventi\idee con le quali, per cartesio, ci arrabattiamo ogni giorno . ma se questa idea la possediamo, diciamo che noi poveri cristi finiti non la possiamo aver forgiata a piacimento - altrimenti vai con il liscio dell'infinto intrattenimento. diciamo che questa idea infinita, l' idea dell'infinito ce la ritroviamo senza sapere come - per spiegarmi, è un po' come quando scopri che la casa in cui se cresciuto da bambino non è tua o dei tuoi genitori, ma da sempre è stata sotto ipoteca... questa idea che è qualitativamente dirompente in cartesio fonda e legittima tutto il suo sistema: scienza (la ricerca non è un irrazionale concatenazioni di cause-effetti finiti), la psicologia (le idee più oscure non restano tali, c'è il ricorso di un dio benevolo) ecc. ecc.
ora, se scegli che per te batman riassume tutto questo, allora puoi andare a braccetto con cartesio e fare con lui lunghe e piacevoli passeggiate.

Anonimo ha detto...

Batman era in realtà il diavoletto di Cartesio...
:o))))))

(Io però preferisco i presocratici, troppo simpatici!)

matteo bergamelli ha detto...

La mia impressione riguardo le "meditazioni metafisiche" di Cartesio è che si fondano su una teoria circolare, che si autosostiene, senza dimostrare granché. Mi pare che dia troppe cose per scontate, ad esempio dire che siccome l'uomo ha in se l'idea della perfezione ci deve essere per forza un essere perfetto da cui deriva questa idea, mi sembra un passaggio un po' forzato. In realtà Cartesio deve tirare in ballo Dio, che è buono e quindi non ci inganna dice lui, perché altrimenti la sua affermazione "cogito ergo sum", sulla quale struttura tutto il suo pensiero sarebbe troppo chiusa e non porterebba a nessuna conoscenza se non quella di sapere di esistere.
Riguardo poi alla rigida divisione tra "res cogitans" e "res extensa" dove da una parte ci sta l'uomo, guarda caso,l'unico essere pensante e dall'altra tutto il resto, non mi pare servano grandi dimostrazioni per dire che sia una cazzata.
Cartesio voleva semplificare il mondo e lo ha fatto a modo suo.
Ad ogni modo, non essendo la filosofia il mio campo, prendete tutto ciò come le opinioni di un profano, comprese le ingenuità.

Anonimo ha detto...

Hai ragionissimo hihihihi ha detto delle gran cavolate!!l'ho appena studiato a scuola perciò :) cmq mi piacerebbe leggere qlle storie, nn fanno ridere? :S