25 febbraio, 2007

La possibilità dell'inizio

Anche l'inizio è una divinità, e finché è tra gli uomini salva ogni cosa.
(Platone, Leggi, 775)

[...] molte cose nella nostra epoca sembrano reprimere la possibilità di nuovi inizi. Sul piano della vita la nostra società sta esercitando una violenza incredibile sulle generazioni future. Sta alterando l'equilibrio ambientale, forse già oltre il punto di non ritorno. Chi nascerà tra cinquant'anni farà fatica a trovare acqua, perché i loro predecessori avranno inquinato nel profondo le falde acquifere, avranno provocato alterazioni climatiche tali da rendere deserte intere zone della terra, mentre altre saranno sommerse dai mari. Tutto ciò che potrebbe ancora essere fatto e non viene fatto per correggere questo andamento equivale a schiacciare la testa di milioni di neonati futuri. L'attuale modello di sviluppo non solo esercita un potere sulla vita dei contemporanei, attraverso quelli che vengono chiamati di solito bio-poteri, ma anche sulla vita che verrà. E questa forma di violenza sul futuro non si era mai data prima, in nessun'altra epoca storica.
Ma anche sul piano del pensiero e della creazione artistica sta succedendo qualcosa di analogo. Anche qui si è formato qualcosa che reprime la nascita e impedisce nuovi inizi. Certamente è sempre successo che ciò che esiste faccia resistenza a ciò che ancora non esiste. Che ciò che si è attestato tenda a riprodursi. Che il nuovo trovi sempre delle controspinte da parte dell'esistente. e che il vecchio abbia paura del giovane - tanto che a volte se lo mangia come Crono i figli. Ma oggi, in questo nostro contesto storico è successo qualcosa di più. negli ultimi decenni del secolo scorso si è formato tutto un corredo di ideologie, credenze e diagnosi epocali che giustificano questa repressione della nascita. Pensa all'idea della fine del nuovo, che è stato quasi il motto del postmoderno, e che per molto tempo ha dominato la scena della cultura occidentale. Anche questo è stato un modo per decretare che nessuno d'ora in avanti avrebbe più potuto nascere, che niente più sarebbe ricominciato.

(Carla Benedetti, dal libro intervista di Mario Maccherini, ed. Coniglio)

Immagine: Luigi Ontani, Tappeto volante Dragante, 1975

10 commenti:

andrea barbieri ha detto...

Aiuto!, mi si è modificata l'interlinea. Ora devo uscire, poi lo metto a posto.
andrea

sergio ha detto...

mamma mia, mi inviti a nozze!
"che fare?" - la cara vecchia domanda - dopo che tutto è stato pensato, detto e scritto. aggiungiamoci pure la fine della storia, la sparizione del soggetto o la morte dell'arte. e così di castrazione in castrazione, ci si accontenta del nulla o di un postmodernismo sterile e incosistente: di inizi o parricidi neanche a parlanre.
ma la questione, per me, è politica, fottutamente politica!

sergio ha detto...

...nel senso che la Benedetti ha ragione nella constatazione della miseria attuale. ma se la questione e' politica, e credo proprio che lo sia, allora non ci si puo' fermare e voltare le spalle al postmodernismo. questa cultura e' quello che si e' prodotto negli ultimi decenni - l'unica tra l'altro - e allora: perche' la si e' prodotta, chi lo ha fatto, quali interessi aveva da proteggere e ampliare, attraverso quali strutture e istituzioni lo si e' fatto e cosi' via.

andrea barbieri ha detto...

Ma penso che anche la Benedetti la senta come una cosa politica-economica, infatti nel brano che ho (abusivamente!) postato la prima parte è tutta politica. Mentre la seconda va a finire nell'arte. Tra l'altro è davvero una parte infinitesimale di tutte le idee che ha sviluppato su questo tema. Un'altra è quella di sancire la morte dell'autore per sostituirlo con una specie di "artigiano".
Comunque penso che anche Pasquale potrebbe essere interessato, tra l'altro lui scrisse delle cose mi pare sul Sabaudo corner.
Evochiamolo! Pasqualeeeeee :-)

ps, non credo di essere abilitato a cancellare i commenti.

andrea barbieri

sergio ha detto...

andrea, ho provato a evocare anch'io ale, ma niente! non so che altro fare per stanarlo - forse un post su ware o eisner, bhoo?

pasquale la forgia ha detto...

eccomi, malfidati! avevo letto la vostra evocazione e l'altro ieri (di notte, ça va sans dire) avevo anche cominciato a buttar giù due righe che adesso prendono la polvere nel mio portatile.
al momento non posso dilungarmi come mio solito, ma non temete: arriverò prima o poi con un po' delle mie spocchioserie.

ciao,
pasquale "campa cavallo" la forgia

ps @ andrea:
in realtà volevo rispondere anche al tuo post su gaddis, perché c'erano un paio di punti su cui mi sarebbe piaciuto confrontarsi. purtroppo non ho proprio tempo.

ps @ chiunque:
se proprio siete in crisi d'astinenza e sentite il dannato bisogno di leggere le mie compite scemenze, consolatevi con la mia futile presentazione al catalogo della mostra virtuale organizzata da questi due volenterosi geniacci.

un abbraccio indistinto,
pasquale "idolo (autoconsacrato) delle masse" la forgia

Anonimo ha detto...

ma che succede? si è inceppato l'integratore? troppo lavoro pasquà?

pasquale la forgia ha detto...

caro/a anonimo/a,
sì, l'integratore è momentaneamente in standby. siamo tutti parecchio presi da quella nebulosa di impegni e doveri comunemente nota come "cazzi propri".
spero di trovare quanto prima il tempo di pontificare su questo e quello.
a presto,
pasquale

andrea barbieri ha detto...

Aspe' Pasquale, quello di Gaddis è un post che ho importato da Nazione Indiana, è di Andrea Inglese, quindi se hai perplessità gliele giro.

Invece ho un problema, non riesco ad aprire il file con la presentazione che vorrei leggere, esiste un file word?

andrea barbieri ha detto...

Oh, sono riuscito a aprirlo. Pasquale: bravo!