“The Art Of Fiction” è un vero disco di canzoni, costruito attorno ad un impianto musicale così vario da risultare assolutamente sorprendente. In primo piano c’è sempre la voce di Jeremy Warmsley, sia quando si fa accompagnare da una batteria elettronica gracchiante (“5 Verses”), sia quando il tappeto ritmico diventa più sincopato ed epilettico (“The Young Man Sees...”). Lo stile vocale di Warmsley è fieramente indie, obliquo come si conviene ad un vecchio amante dei Pavement ma anche romanticamente ispirato come un novello Maximilian Hecker. Restano poi le canzoni – dolci e ‘popular’ nell’accezione migliore dei termini – piene di seconde voci, violini ed elettronica domestica. Un buon risveglio folktronico dopo una nottata complicata.
ma poi, è proprio obbligatorio essere qualcuno?
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