Solito weekend milanese: un'intera settimana di afa che si chiude con due giorni di maltempo. Non resta quindi che chiudersi in casa e guardare film su film.
Incident at Loch Ness
di Zak Penn
Ottimo mockumentary. Herzog vuole girare un film sul mito di Nessie e sul nostro bisogno di credere in un mostro immaginario. Il suo produttore (Zak Penn) decide però di sfruttare la credibilità del regista per confezionare una bufala: siparietti di pseudo-scienziate in bikini e una serie di falsi (quanto penosi) avvistamenti. La situazione però sfugge di mano. Il trailer è assolutamente da vedere.
La scena
Zak Penn (nella foto) minaccia Herzog con una pistola, così come si racconta abbia fatto lo stesso Herzog con Kinski durante le riprese di Fitzcarraldo. Peccato che la pistola sia solo una flare gun, una pistola per lanciare razzi di segnalazione. Herzog lo ammonisce impassibile, quasi paterno: "Why don't you take a good look. It's just a flare gun. And it isn't even loaded".
La frase
(Se non capite la battuta, problemi vostri)
Penn: "Be', almeno non stiamo issando la nave su una collina...".
Herzog: "Cosa hai detto?".
Penn: "Uh... Niente".
Jabberwocky
di Terry Gilliam
Primo a solo di Gilliam alla regia di un lungometraggio. Sulle rime dell'omonimo poemetto nonsense di Carroll, il buon Terry ha plasmato la sua personale idea di cinema: il carrozzone urlante di una compagnia di giro, lanciato in fiamme lungo una scarpata. Se non fosse che ci sono i colori e il sonoro, quello di Gilliam sarebbe precinema puro. Jabberwocky è fracassone, bruegeliano e superidiota, proprio come il suo protagonista Dennis, un dolcissimo e inerme Michael Palin. Bello insomma, anche se il capolavoro non era ancora arrivato.
La scena
Dennis è al capezzale del padre, che gli urla contro quanto lo abbia odiato tutta la vita. Il tutto davanti a una folla molto poco discreta.
La frase
Padre: "E' una vita che volevo dirti quanto ti odio! Tu rappresenti quanto di più ignobile il mondo possa concepire".
Dennis: "Temo stia delirando".
Qualcuno dalla folla: "Non mi pare".
Shock Corridor
di Samuel Fuller
Johnny Barrett è un giovane giornalista che decide di farsi internare in un manicomio per scoprire il responsabile di un omicidio. Istruito dal dottor Fong, Johnny riesce a fingersi pazzo. Ma una volta entrato in contatto con i pazzi veri, la mente del giornalista comincia a subire traumi sempre più dirompenti. La trama noir è molto bella, ma non è nulla in confronto alla galleria di personaggi che Johnny incontra. Tutte le fobie della guerra fredda, viste dall'occhio di un maestro.
La scena
Questa. E pensare che ancora oggi Fuller è considerato un regista di serie B.
La frase
(Johnny e il dottor Fong stanno simulando una seduta psicanalitica)
Johnny: "Io le toccavo le trecce".
Dr. Fong: "Le tirava".
Johnny: "Sì, le tiravo... e allora? Pensa che io sia un feticista?".
Dr. Fong: "No! No! Andiamo, Johnny! Lascia che siano loro a dire quella parola!".
Kundun
di Martin Scorsese
La storia dell'attuale Dalai Lama, dall'infanzia alla fuga in India. Il film non è niente di eccezionale, anche se - serve dirlo? - Scorsese ha un mestieraccio e le due ore passano in fretta. Alcune belle sequenze, ma nulla di memorabile. L'attore che interpreta il Dalai Lama adulto è una bietola. Le musiche di Glass (se avete già visto Koyaanisqatsi) suonano sempre piuttosto trite, ma fanno il loro porco lavoro.
La scena
I preparativi per la fuga del Dalai Lama nei minuti finali. La trovate qui.
La frase
(Coprendosi gli occhi prima di partire per l'esilio)
Dalai Lama: "Prevedo un buon viaggio. Prevedo un buon ritorno".
di Zak Penn
Ottimo mockumentary. Herzog vuole girare un film sul mito di Nessie e sul nostro bisogno di credere in un mostro immaginario. Il suo produttore (Zak Penn) decide però di sfruttare la credibilità del regista per confezionare una bufala: siparietti di pseudo-scienziate in bikini e una serie di falsi (quanto penosi) avvistamenti. La situazione però sfugge di mano. Il trailer è assolutamente da vedere.
La scena
Zak Penn (nella foto) minaccia Herzog con una pistola, così come si racconta abbia fatto lo stesso Herzog con Kinski durante le riprese di Fitzcarraldo. Peccato che la pistola sia solo una flare gun, una pistola per lanciare razzi di segnalazione. Herzog lo ammonisce impassibile, quasi paterno: "Why don't you take a good look. It's just a flare gun. And it isn't even loaded".
La frase
(Se non capite la battuta, problemi vostri)
Penn: "Be', almeno non stiamo issando la nave su una collina...".
Herzog: "Cosa hai detto?".
Penn: "Uh... Niente".
Jabberwocky
di Terry Gilliam
Primo a solo di Gilliam alla regia di un lungometraggio. Sulle rime dell'omonimo poemetto nonsense di Carroll, il buon Terry ha plasmato la sua personale idea di cinema: il carrozzone urlante di una compagnia di giro, lanciato in fiamme lungo una scarpata. Se non fosse che ci sono i colori e il sonoro, quello di Gilliam sarebbe precinema puro. Jabberwocky è fracassone, bruegeliano e superidiota, proprio come il suo protagonista Dennis, un dolcissimo e inerme Michael Palin. Bello insomma, anche se il capolavoro non era ancora arrivato.
La scena
Dennis è al capezzale del padre, che gli urla contro quanto lo abbia odiato tutta la vita. Il tutto davanti a una folla molto poco discreta.
La frase
Padre: "E' una vita che volevo dirti quanto ti odio! Tu rappresenti quanto di più ignobile il mondo possa concepire".
Dennis: "Temo stia delirando".
Qualcuno dalla folla: "Non mi pare".
Shock Corridor
di Samuel Fuller
Johnny Barrett è un giovane giornalista che decide di farsi internare in un manicomio per scoprire il responsabile di un omicidio. Istruito dal dottor Fong, Johnny riesce a fingersi pazzo. Ma una volta entrato in contatto con i pazzi veri, la mente del giornalista comincia a subire traumi sempre più dirompenti. La trama noir è molto bella, ma non è nulla in confronto alla galleria di personaggi che Johnny incontra. Tutte le fobie della guerra fredda, viste dall'occhio di un maestro.
La scena
Questa. E pensare che ancora oggi Fuller è considerato un regista di serie B.
La frase
(Johnny e il dottor Fong stanno simulando una seduta psicanalitica)
Johnny: "Io le toccavo le trecce".
Dr. Fong: "Le tirava".
Johnny: "Sì, le tiravo... e allora? Pensa che io sia un feticista?".
Dr. Fong: "No! No! Andiamo, Johnny! Lascia che siano loro a dire quella parola!".
Kundun
di Martin Scorsese
La storia dell'attuale Dalai Lama, dall'infanzia alla fuga in India. Il film non è niente di eccezionale, anche se - serve dirlo? - Scorsese ha un mestieraccio e le due ore passano in fretta. Alcune belle sequenze, ma nulla di memorabile. L'attore che interpreta il Dalai Lama adulto è una bietola. Le musiche di Glass (se avete già visto Koyaanisqatsi) suonano sempre piuttosto trite, ma fanno il loro porco lavoro.
La scena
I preparativi per la fuga del Dalai Lama nei minuti finali. La trovate qui.
La frase
(Coprendosi gli occhi prima di partire per l'esilio)
Dalai Lama: "Prevedo un buon viaggio. Prevedo un buon ritorno".
2 commenti:
si presenzierò e la ringrazio sig. laforgia dell'ospitalità, sono in dubbio se approfittare o meno della sua gentilezza... le ci sarà?
Ok per la birra, mi unisco volentieri alla gentaglia e oggi ripasso tutte le rime e i numeri delle osterie...
Se passi da me c'è un jpg che forse ti stuzzicherà e ti è sfuggito malgrado sia Pasquale-encyclopedie-La Forgue ;-)
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