Nel 1978, dopo anni di progetti naufragati o mai partiti, Errol Morris porta finalmente a termine Gates of Heaven, il suo primo film. Qualche anno prima, per interrompere la lunga catena di sfighe e rinunce che avevano fino ad allora costellato la carriera di Morris, il suo amico Werner Herzog lo aveva provocato con una solenne promessa. "Caro Errol, sono così certo che non riuscirai a finire il tuo film che se mai lo vedrò proiettare, mangerò le mie scarpe."Il film esce e, due anni dopo, Les Blank riprende Herzog che, davanti a un pubblico di curiosi, comincia a mangiare uno stracotto a base di aglio, tabasco, erbe e - soprattutto - scarpe. In realtà ne mangerà una sola ("L'altra la mangerò quando la Columbia o la 20th Century Fox o la Warner Brothers distribuirà il film"), scartando suola, lacci e occhielli, perché - ovviamente - "quando si mangia un pollo si scartano gli ossi". Il documentario, Werner Herzog eats his shoe, lo vedete qui e qui.Perché guardarlo? Non solo perché è una curiosità (che probablmente molti di voi già conoscono), ma per quello che Herzog racconta fra un boccone di scarpa e l'altro.
"If you want to do a film steal a camera, steal raw stock, sneak into a lab and do it." Non sono chiacchiere: è stato proprio rubando una cinepresa da un laboratorio che Herzog è riuscito a girare i suoi primi film. Con quella sola cinepresa ha firmato capolavori come Segni di vita, Fata Morgana e Aguirre, più una decina di cortometraggi.
Nel 2003, Errol Morris vince l'Oscar per il miglior documentario con The Fog of War. Quella scarpa gli aveva portato fortuna.
"To eat a shoe is a foolish signal, but it was worthwhile and once in a while we should be foolish enough to do things like that. More shoes, more boots, more garlic."
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