09 ottobre, 2006

Farewell Arab Strap

Certe volte anche lo scioglimento di una band può far male, e con l’addio degli Arab Strap non si scherza. Se ne va uno dei migliori gruppi della nostra generazione, un duo che ha saputo scrivere alcune delle più grandi CANZONI dell’ultima decade. Racconti in forma di poesia, piccoli concept in cui confluivano amore e disperazione, droga e tradimento, incertezze e pura felicità. Assieme agli Arab Strap se ne va l’ultima stagione della Glasgow di fine secolo, una città che ha dato alla musica indipendente una sferzata di aria fresca e di bei dischi. Sono state etichette come la Chemikal Underground, la Jeepster e la Geographic a mantenere in vita quell’ideale ‘domestico’ di pubblicazione musicale. Il legame con gli artisti fatto di fraterne bevute ed i video realizzati con due sterline ed una camera digitale. Sarà bene ricordarsene quando il collasso dell’industria discografica farà scomparire la fruizione della musica per come la conosciamo. Sarà bene ricordarsene quando ci domanderemo perché il numero delle proposte è così aumentato e perché il livello qualitativo si è così abbassato. Sarà bene ve ne ricordiate quando non riuscirete a trovare quel brano che tanto vi piaceva in mezzo a tonnellate di giga di mp3 scaricati senza criterio. Mai che un disco valga la spesa dell’acquisto, mai che un musicista debba essere pagato per il lavoro che realizza. Sarebbe interessante sviluppare un post su questo.
Gli Arab Strap hanno rappresentato molto per coloro che li hanno seguiti in questi dieci anni; chiunque si sia appassianto alla loro musica ha quasi certamente un aneddoto a cui associarli, il mio è legato a Here We Go, il pezzo che me li ha fatti conoscere. Si dileguano senza rancore, per andare incontro alle rispettive carriere soliste, ma lo fanno lasciandosi alle spalle un bellissimo disco commemorativo (vedi post successivo). A questo punto non posso fare a meno di consigliarvi anche il cofanetto cd+dvd edito dalla Chemikal Underground e contente 17 tracce (sono presenti tutti i gruppi che hanno lavorato con la label fra cui Interpol, Radar Bros, Mogwai, Delgados…) e ben 28 video promozionali. Il tutto a un prezzo abbordabilissimo (forse meno di un cd su major).


Per l’analisi critica della loro carriera vi rinvio all’articolo che uscirà su Alias del Manifesto il prossimo sabato (14 ottobre), per gli ascolti invece vi direi di partire dal meglio: Philophobia (Chemikal Underground, 1998). Poi vi dovrete procurare tutto il resto.
Aidan Moffat e Malcolm Middleton hanno anche in serbo un tour di addio e saranno il 22 novembre al Rainbow di Milano, il 23 al Circolo degli Artisti di Roma, il 24 all'Estragon di Bologna, il 25 al Flog di Firenze e il 26 all'Hiroshima di Torino. Per chi vorrà, io sarò a Roma.

We'll meet old friends at funerals and pretend that we'll missed them. And if they were here, they'd say it was shocking to find we've already named the dog we'll be walking.
Arab Strap, Autumnal (Elephan Shoe, 1999)

1 commento:

Anonimo ha detto...

questo sarebbe un ottimo articolo, se solo il fatto di scrivere "Saranno...il 23 novembre al Circolo degli Artisti di Roma" non lo rendesse semplicemente perfetto.
grazie mille, pensavo che gli as si sarebbero fermati a bologna. ci vediamo lì.