Ieri sera è morto Gillo Pontecorvo. Non voglio lanciarmi in analisi cinematografiche o in lagne funebri: nei prossimi giorni - sui giornali e in tv - gente più competente e commossa di me lo farà fino allo sfinimento.
Però non posso fare a meno di ricordare me, ragazzino, davanti a un videoregistratore cigolante, mentre fisso impalato lo sfondamento iperrealistico, ultranaturalista, pancinematografico (e potrei andare avanti per ore) di La battaglia di Algeri, che proprio nel 2006 festeggia i suoi primi e sfavillanti quarant'anni. Né dimenticherò mai un sudato pomeriggio estivo quando, ridacchiando davanti a uno stupidissimo film di John Landis, saltai sulla poltrona davanti a una comparsa d'eccezione: Pontecorvo interpretava l'ospite di un talk-show e batteva le mani a ritmo, mentre Tom Arnold cantava una surreale canzonetta, una cosa come "Sono nonno di me stesso!" ("I am my own grandpa!").
Della filmografia di Pontecorvo si è parlato e straparlato. Brando dichiarò di aver dato in Queimada la sua più grande prova d'attore, mentre Scorsese considera La battaglia di Algeri semplicemente uno dei più bei film mai girati.
Un anno e mezzo fa ci lasciava Will Eisner, oggi è un altro maestro, un altro innovatore di razza, a uscire di scena.
Cosa aggiungere?
Niente, davvero. Resta solo da sperare che - sfidando la retorica che sempre minaccia queste considerazioni fatte a morto caldo - nessuno dimentichi il suo cinema.
Però non posso fare a meno di ricordare me, ragazzino, davanti a un videoregistratore cigolante, mentre fisso impalato lo sfondamento iperrealistico, ultranaturalista, pancinematografico (e potrei andare avanti per ore) di La battaglia di Algeri, che proprio nel 2006 festeggia i suoi primi e sfavillanti quarant'anni. Né dimenticherò mai un sudato pomeriggio estivo quando, ridacchiando davanti a uno stupidissimo film di John Landis, saltai sulla poltrona davanti a una comparsa d'eccezione: Pontecorvo interpretava l'ospite di un talk-show e batteva le mani a ritmo, mentre Tom Arnold cantava una surreale canzonetta, una cosa come "Sono nonno di me stesso!" ("I am my own grandpa!").
Della filmografia di Pontecorvo si è parlato e straparlato. Brando dichiarò di aver dato in Queimada la sua più grande prova d'attore, mentre Scorsese considera La battaglia di Algeri semplicemente uno dei più bei film mai girati.
Un anno e mezzo fa ci lasciava Will Eisner, oggi è un altro maestro, un altro innovatore di razza, a uscire di scena.
Cosa aggiungere?
Niente, davvero. Resta solo da sperare che - sfidando la retorica che sempre minaccia queste considerazioni fatte a morto caldo - nessuno dimentichi il suo cinema.
(Immagine: Pontecorvo, di spalle, in una foto di scena da La battaglia di Algeri)
5 commenti:
Altissima lode a chi ha raccontato Ali-la-Pointe.
pochi giorni fa mi sono procurato la sua filmografia...
"Cosa aggiungere?
Niente, davvero."
d'accordo con te. c'è davvero poco da aggiungere ai suoi (pochi) film (ma) fondamentali. un altro pezzo di storia italiana se ne è andato.
è passato qualche giorno è vorrei aver avuto lo sfinimento di cui parli.
giornali e tv sono stati poco più che muti sull'argomento.
i suoi film, invece, continuano e continueranno a parlare anche grazie a questo blog...
@ eduardo:
hai ragione... speravo bene, troppo bene. purtroppo in italia - sia sulle tv nazionali che sui quotidiani e settimanali generalisti - non abbiamo un giornalismo cinematografico degno di nota, quindi più che tramandare il cineasta, ci si è limitati a ricordare "quanto era bravo, bello, glamour e internazionale". capirai che fatica.
ho visto il tuo sito. interesting.
ciao e a presto!
Posta un commento