02 ottobre, 2006

Il lunar park di Ellis

Bret Easton Ellis è un autore di quelli che ti trasformano l'esistenza, quanto meno nel breve termine. Per me è stato così con Meno di zero: ho impiegato una settimana a riprendermi; è un testo crudo e sincero, pieno di disperata violazione del corpo come dell'anima dei suoi personaggi. L'ultimo suo libro, Lunar Park, è un'altra cosa. Prima di tutto perché è un testo autobiografico, poi perché Ellis si moltiplica in quattro personaggi differenti. Ellis scrittore, ombra di se stesso; Ellis padre improbabile alle prese con una famiglia ricca e stralunata; Ellis marito e infine Ellis padre e figlio di se stesso a confronto con il proprio passato e con un futuro imprevedibile. Lo stile della narrazione è avvincente, grazie anche a una bella traduzione, mentre il racconto, a tratti imperdibile, a volte si rigira su se stesso senza dare un vero senso di continuità al romanzo.
Trama: magnifico incipit autobiografico con il racconto dell'ascesa e trionfo del giovane scrittore (l'autore ci assicura che è tutto vero). Poi il presente con Ellis che, distrutto dalle droghe, approda ad un matrimonio con l'attrice Jayne Dennis da cui ha un figlio. I due si separano, ma presto si ritrovano quando vanno ad abitare in un ricco sobborgo di provincia. Lì, nel tentativo disperato di rimanere attaccato alla famiglia, Bret viene perseguitato dalle forze maligne che, probabilmente, stanno cercando di comunicargli qualcosa.

6 commenti:

pasquale la forgia ha detto...

piccola curiosità.
la moglie di bret easton ellis, l'attrice jayne dennis, non esiste. il suo sito ufficiale e le pagine che la riguardano sono un parto puramente internettaro. un caso simile, e molto meglio sviluppato, è quello della dottoressa jeanine salla, accreditata nei titoli di coda di a.i. come "terapista della macchina senziente". attorno a questa inesistente dottoressa cominciò a fiorire una catena di siti che ne alimentavano la storia di risvolti tragici, per culminare in un morboso affondo thriller. se volete saperne di più.
fine della piccola curiosità.

buonanotte (o buonrisveglio)

Anonimo ha detto...

...come la storia del reality blog su youtube... pure quella inventata, pare...

Michele Casella ha detto...

credo che una delle piacevoli particolarità di questo libro sia proprio il non dover NECESSARIAMENTE sapere se si tratta di una storia vera o falsa. Sempre che queste due parole nella narrativa abbiamo senso. E sempre che il periodo in cui viviamo crei una reale differenza fra i due opposti. Inoltre Ellis ha sempre infarcito le sue storie di vìbrevi scampoli di realtà, perchè non provare a mischiare le carte con un gusto ancor più cinico? Per il resto Lunar Park rimane un libro piacevole e al di sotto dello standard di Ellis; Meno Di Zero era ben altra cosa. Però si fa leggere e, come al solito, diverte. Meno male...

Anonimo ha detto...

ma infatti avevo aperto la finestra dei commenti apposta. ecco.
pasquale mi hai risolto il dubbio!
in effetti le foto della moglie su quel sito sono inquietanti perche` e` chiaro che ha sempre la stessa faccia fotomontata

fan di ellis, lessi less than zero in inglese nei miei lontani 21 anni. american psycho lo trovai nella biblioteca del mio papa
pero` ora e` tanto che non lo leggo. glamorama e acqua dal sole mah

pasquale la forgia ha detto...

non sono un grandissimo ammiratore di ellis. ho letto american psycho anni fa e devo dire che sostanzialmente condivido il giudizio di d.f. wallace (che adesso non ricordo dove avevo letto, forse joseph k. può aiutarmi...). in sostanza, capisco che si tratti di un romanzo sulla potenza fagocitatrice del vuoto (ed è un romanzo di raro impeto castigatore, a tratti ultra-moralista, quasi swiftiano), ma non vedo perché non riempirlo sto vuoto, invece di scegliere un personaggio che vi si è arreso e ne è permeato. non so... è come se si volesse cercare un villain a tutto tondo da crocifiggere. anche se, alla fine, sono tutte punzecchiature inutili. del resto si tratta di un bel librone di 500 pagine e più. e ricordo d'averlo letto tutto d'un fiato. ci sarà pure un motivo, no?

pasquale "antimodernism is good" la forgia

ps: quella che segnalo nel link è una riedizione einaudiana di american psycho, nella nuova traduzione di giuseppe culicchia. io l'ho letto nella vecchia edizione dei delfini bompiani, tradotto da pier francesco paolini, quindi non ho idea di quale sia il risultato di questo restyling.

pasquale la forgia ha detto...

@ cimba:
1) mi fa piacere d'averti tolto il dubbio. anche se, credimi, la storia di jeanine salla era pensata e realizzata mooolto meglio... ti ritrovavi invischiato in una serie di link che ti rimandavano a nuovi sviluppi di una storia di omicidi, vendette, intrighi fra laboratori di ricerca...
2) concordo sulle letture. di glamorama conosco solo dei pareri entusiastici di lettori fidati, ma personalmente non l'ho letto. mentre acqua dal sole - porello! - è finito nell'inferno dei libri che non finirò mai, anche se mi segue nei miei traslochi norditalici da molti anni ormai.

ciao!

ps: hai ripreso a sferruzzare?