17 novembre, 2006

Avanguardia



Sgombriamo subito il campo dagli equivoci:
Duchamp era un genio
Duchamp aveva la statura intellettuale per esporre un pisciatoio
Duchamp lo ha fatto perché era il 1917
Duchamp non è quindi il bersaglio di questo disegno che, lo ammetto, non è particolarmente originale; ho voluto giocare con alcuni luoghi comuni (ma questo non vuol dire che io sia un luogocomunista…cioè…si, un po’ lo sono, ma moderato…suvvia sto divagando), e mi sembrava adatto per accompagnare un pezzo di Flaiano che mi annotai qualche tempo fa.
Da notare la data, scriveva questo nel 1955:

Rapida visita alla Quadriennale.
La buona volontà sostituisce spesso l’ingegno.
I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui. Nella maggior parte, non hanno niente de dire ma lo dicono lo stesso e corrono avanti per non restare indietro, fastidiosamente, come i cani nelle passeggiate, spaventando i gatti e abbaiando alle automobili. Perciò, si credono all’avanguardia: ma è un’avanguardia riconosciuta dallo Stato. Questo dei pittori non è uno degli aspetti meno tristi della nostra disoccupazione giovanile.

Ennio Flaiano

12 commenti:

Roberto La Forgia ha detto...

GRANDE FLAIANO.
grande, non ho altro da dire.

no, una cosa da dire ce l'avrei. ignoriamo i ciarlatani.
ignoriamoli, noi che possiamo.
per favore.
si fa un gran parlare contro l'arte contemporanea...
ci si chiede troppe cose su questa cosa come se fosse una questione.
non è una questione.
non è un fenomeno artistico.
è un fenomeno sociale.
liquidiamolo alla flaiano.

grazie Frans

Anonimo ha detto...

mi piace il disegno.
saro` luogocomunista anch'io?

matteo bergamelli ha detto...

Direi che è uno dei primi sintomi.

Anonimo ha detto...

roberto,
perdonami, ma ho come l'impressione che frans abbia voluto giocare e fare sarcasmo non contro l'arte contemporanea, ma proprio rispetto al pezzo di flaiano. Quest'ultimo probabilmente estratto e decontestualizzato da un testo originale (che non conosco), è ridotto al misero stato di luogo comune scritto bene.
Con l'occasione ti linko questa vecchia pagina di BBC News; dai in particolare una letta ai (mediamente tragici) commenti. Che ne dici?

matteo bergamelli ha detto...

Fooosco, forse ti deluderò, ma sulle mie intenzioni c'è andato più vicino roberto. L'accusa di luogo comune era riferita solo al mio disegno mentre il pezzo di Flaiano (Diario notturno, Adelphi, pag.179), accorciato di poche righe che non cambiano il senso della prima parte, l'ho citato perchè mi piaceva e perché pensavo che descrivesse bene la situazione.
La tua interpretazione, però, mi fa vedere la cosa anche da un altro lato;
oggi, forse, il termine avanguardia non ha molto senso visto che non c'è niente da superare, visto che la maggior parte di quello che produce l'arte contemporanea è fatto per essere superato cinque minuti dopo, che non costituisce nessun ostacolo e quindi non permette nemmeno a nessuna avanguardia di formarsi.

Scusa roberto, sto facendo il ciarlatano

Roberto La Forgia ha detto...

si pensa ad una specie di evoluzionismo nelle arti, come se le arti debbano "migliorare\si" nel corso dei secoli.
il termine avanguardia non deve necessariamente entrare nel vocabolario artistico e nel mondo dell'arte perchè, a mio avviso, il fatto che nel novecento le avanguardie abbiano avuto un ruolo fondamentale, non significa che da allora e per sempre la formula dell'avanguardia funzioni in qualsiasi momento storico (avanguardia nel senso storico del termine).

Frans, è come dici tu, il termine avanguardia non ha molto senso adesso e non è un male che sia quasi impossibile crearne di nuove.
secondo me c'è carenza di gruppi (guardo all'italia). c'è pochissima intesa tra gli italiani, poca concentrazione di forze, poco dibattito, poca critica forte.
insomma manca movimento, fermento. è dagli settanta, immagino, che anche l'italia ha preferito far emergere e spingere singoli artisti più che correnti.

male.
mai lasciare soli gli artisti.
si montano la capoccia.

Roberto La Forgia ha detto...

caro Fooosco,
a perte il fatto che c'ho azzeccato più io ;)
ho letto una parte dei commenti (non tutta perdonami, è un po' tardi).
dico che la domanda è sbagliata.
a che serve chiedersi se una cosa sia arte o non sia arte?
cosa è arte?
come metterci tutti d'accrodo per capire finalmente cosa possiamo definire arte e cosa no?

queste sono tutte una serie di domande che secondo me non fanno altro che complicare le cose.
mettersi di fronte a un cesso o ad una olimpia di questo o quel pittore e chiedersi "posso definire questa cosa arte?" è inutile. non serve. non ci serve. dovremmo pensare ad altro.
a che serve sapere se il cesso di duchamp sia arte o no?
dovrebbe interessarci la nostra reazione e da quella scaturire un meccanismo che crei rapporto, contatto o indifferenza con ciò che vediamo.
dovremmo chiederci se la cosa ci piace o no e se ci piace, non chiamiamola arte altrimenti si trona a fare casini.

Fooosco, dimmi cosa ne pensi tu, di quella pagina.

ciao

Roberto La Forgia ha detto...

pardòn,
il servizio non si chiede se la fontana sia arte bensì se questa sia stata davvero influente nell'arte che è venuta dopo.
le risposte però, almeno quelle che ho letto, sembrano rispondere a "questo cesso è arte o no?"
in ogni caso chiedo scusa per il qui pro quo.

roberto

Anonimo ha detto...

non è che semplicemente l'arte - giustamente - è morta nell'ottocento e le avanguardie novecentesche hanno solo giocato con le sue ceneri e ossa? (lo so che mi massacrete con la storia trita e ritrita della morte dell'arte). poi, una volta consumate anche quelle, ai mercanti e ai "critici", i quali producono cinicamente progresso con tutti i possibili trans-neo-post che riescono ad inventarsi, non rimane che sfornare ondate avanguardistiche con la stessa velocità con la quale si aprono i conti in banca. l'avanguardia è il mercato...

sergio

Roberto La Forgia ha detto...

caro sergio,
il fumetto non inventa trans-neo-post.
non lo faccio per difendere il mio settore. non sono innamorato del mio settore. sono innamorato delle cose fatte bene, con onestà e curate per il rispetto dei propri lettori.
tu, da guaglione sveglio quale sei, te ne sei comprato una caterva di fumetti e ne abbiamo parlato spesso. igort, gipi, clowes, brown, sono autori che piacciono a entrambi.
pensi che questi siano morti viventi?

roberto
(ti abbraccio, finalmente in pista)

matteo bergamelli ha detto...

probabilmente è così, l'avanguardia è il mercato e il mercato, si sa, non si pone questioni di qualità; nell'arte contemporanea c'è tutto e il suo contrario, l'opera sublime (poche) e le vaccate immonde (tante) e la soluzione di roberto di cercare quello che ci piace trasversalmente in ogni settore, senza porci se è arte oppure no, mi sembra la cosa più ragionevole.
Quello che fa confusione è, probabilmente, il fatto che oggi l'arte contemporanea non ha confini, sembra che tutto possa rientrare nel suo ambito.
Se parliamo di fumetti possiamo dire(grosso modo) quando ci troviamo di fronte ad un capolavoro o ad una cagata perché è una questione di linguaggio.
L'arte contemporanea non ha più un linguaggio perche ce li ha tutti;
le opere d'arte contemporanea stanno diventando come le opinioni, ognuno ha le sue e nessuno può giudicarle; siamo tutti artisti contemporanei

ERRATA CORRIGE
la citazione di Flaiano è a pag.172 e non 179 come ho scritto più sopra

Anonimo ha detto...

cari roberto, frans e sergio (in ordine casuale),
invece di darvi risposte, cercherò di rispondervi porgendovi delle domande:

- Non pensate che se non ci si chiede cosa sia arte e cosa no, implicitamente (e inevitabilmente) si dà un'opinione sull'arte stessa, vale a dire proprio quella che sembrate criticare (mancanza di linguaggio, varietà delle opinioni, impossibilità di definizione)?

- Non vi sembra che l'evitare di dare un giudizio sull'arte, immagino per non cedere al qualunquismo di quei commenti reazionari dell'articolo della BBC, vi porti tuttavia ad avere un atteggiamento figlio del più "vecchio" postmodernismo (ogni forma di espressione è allo stesso livello purché ritenga che un suo prodotto sia valido)?

- Non ritenete al contempo che la mera esperienza estetica o visiva o emotiva, che dir si voglia - "mi piace o no?" - , e che sembrate prediligere assolutamente rispetto ad altri tipi di fruizione, sia limitante di fronte ad un'opera d'arte? In particolare dove l'attributo "contemporaneo" si accompagna ad opere che presuppongono una fruizione tendenzialmente intellettuale?


E' importante sapere se il cesso di Duchamp sia arte o no, è importante almeno quanto ritenere se Heidegger o Derrida facciano filosofia, è importante se sei interessato al pensiero. Estremizzando si può citare Joseph Kosuth quando afferma che si può parlare di arte solo quando questa si pone delle domande su se stessa.