
Oggi ritorno a un mio amore liceale: gli Epigrammi di Marziale. Noti più che altro per le fulminanti licenziosità, fra queste composizioni si nascondono degli affondi di una dolcezza straziante. Sebbene io li ricordi in una traduzione migliore, sono certo che saprete accontentarvi di questi versi.
A voi, padre Frontone e madre Flaccilla,
affido questa bambina, mia gioia e tenerezza,
perché la piccola Erotion non si impaurisca
per le nere ombre e la bocca mostruosa del cane infernale.
Se fosse vissuta ancora sei giorni
avrebbe trascorso il sesto inverno.
Giochi lietamente tra questi vecchi protettori
e balbetti garrula il mio nome.
Non ricopra le tenere ossa una rigida zolla
e tu, terra, non essere pesante per lei: non lo è stata lei per te.
(Epigrammi, Libro V, 34)
Non so che dire. Un po' me ne vergogno, ma gli ultimi due versi (che ricorrono - se non erro - almeno in un altro epitaffio) non hanno mai smesso di commuovermi.
(Immagine: fotografia di Sebastião Salgado)
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