19 luglio, 2006

Libri che non vorresti incontrare - 2

Io so una cosa stupida. So che non si può entrare e uscire dai libri come se nulla fosse. Stesso discorso per tutte quelle cose che consumiamo spesso voracemente, senza che lascino traccia. E so anche un'altra cosa stupida. Che è rischioso affrontare qualcosa indifesi, sprovvisti di un'idea serena, di un desiderio appagato, di un'ambizione a portata di mano che ci protegga. E' per questo che ho deciso di pubblicare ogni tanto su questo blog qualcosa che avrei preferito non incontrare: una frase, i versi di una canzone.
Oggi ritorno a un mio amore liceale: gli Epigrammi di Marziale. Noti più che altro per le fulminanti licenziosità, fra queste composizioni si nascondono degli affondi di una dolcezza straziante. Sebbene io li ricordi in una traduzione migliore, sono certo che saprete accontentarvi di questi versi.

Epitaffio per Erotion

A voi, padre Frontone e madre Flaccilla,
affido questa bambina, mia gioia e tenerezza,
perché la piccola Erotion non si impaurisca
per le nere ombre e la bocca mostruosa del cane infernale.

Se fosse vissuta ancora sei giorni
avrebbe trascorso il sesto inverno.
Giochi lietamente tra questi vecchi protettori
e balbetti garrula il mio nome.

Non ricopra le tenere ossa una rigida zolla
e tu, terra, non essere pesante per lei: non lo è stata lei per te.

(Epigrammi, Libro V, 34)

Non so che dire. Un po' me ne vergogno, ma gli ultimi due versi (che ricorrono - se non erro - almeno in un altro epitaffio) non hanno mai smesso di commuovermi.

(Immagine: fotografia di Sebastião Salgado)

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